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Non vi basterà possedere la nuova Mini John Cooper Works GP per fermare il cronometro sul tempo di 8’23” al Nurburgring. Per quello, dovrete possedere anche delle ottime capacità di guida. Ma avere tra le mani la versione più estrema della Mini Cooper, potrebbe aiutarvi a raggiungere l’obiettivo.
Se, molto più realisticamente, non avete velleità cronometriche ma volete comunque una gran bella compatta sportiva, allora la Mini John Cooper Works GP ha le caratteristiche giuste per affascinare. Sostituisce la precedente versione del 2006, quella denominata GP Kit, ma questa recentissima evoluzione ha decisamente più argomenti al proprio arco. Anzitutto deriva dal propulsore turbo 1.6 litri già impiegato sulla Mini Cooper S e Mini John Cooper Works: addio quindi al volumetrico della GP Kit. Se vi aspettate, però, cavalli in quantità esagerata rispetto alla JCW “normale”, resterete delusi. Siamo a livelli ragguardevoli in ogni caso, sia per cavalli litro che in valore assoluto: 220 cavalli (136 cavalli/litro) sono più che sufficienti per togliersi parecchie soddisfazioni.
Quali siano le prestazioni ufficiali ancora Mini non lo ha comunicato, ma ci ha svelato le forme nel week end a Le Castellet al Mini United Festival. Probabilmente abbatterà il muro dei 6”5 nello 0-100, con l’attuale JCW che si “ferma” a 6”8. Quel che è certo è che non sarà oggetto a buon mercato: d’altra parte è pur sempre una vettura estrema.
Basta guardare i dettagli racing del posteriore, con un imponente diffusore che sottolinea la cura aerodinamica riservata alla Mini John Cooper Works GP, completata dall’alettone in carbonio al retrotreno, sul bordo superiore del portellone. Interessanti le paratie laterali che sostengono il profilo dell’ala: molto pronunciate, aiutano a staccare i flussi e ridurre le turbolenze. Anche nel frontale la caratterizzazione estetica e funzionale è importante. Nella parte centrale del paraurti la maglia a nido d’ape lascia intravedere l’intercooler e il radiatore, mentre le due prese d’aria evidenziate in rosso fanno respirare l’impianto frenante. E sono proprio i freni, insieme al telaio, una delle aree in cui si è intervenuti per adeguare la GP alle esigenze di chi vorrà misurarsi in pista. Novità anche per le sospensioni, che mantengono l’architettura McPherson davanti e bracci multipli al posteriore: adesso ci sarà la possibilità di effettuare regolazioni per variare l’assetto.
La fiancata della Mini John Cooper Works GP riprende, con i cerchi in lega, il disegno della GP Kit del 2006: quattro razze, ma con l’evoluzione di una cromatura che percorre il bordo esterno del cerchio e delle razze. I più attenti noteranno anche gli sfoghi d’aria calda appena davanti gli indicatori di direzione, utili per evacuare il calore dal vano motore. Le minigonne completano l’opera di adeguamento della Mini Cooper per la pista. Davanti alle ruote posteriori è stata ricavata una presa d’aria. La coda abbiamo già visto come sia caratterizzata dal diffusore, interrotto al centro dai due terminali di scarico. Nuovi anche i paraurti – davanti come dietro -, sono più larghi e al posteriore campeggia una maglia a nido d’ape al centro e due sfoghi d’aria finti, dove trovano posto i retronebbia e la luce della retro.
Infine, una conferma dagli interni. Come la GP Kit vista in passato, anche questa nuova GP avrà solo 2 posti. Sono stati rimossi i sedili posteriori, risparmiando peso e – sebbene sia ancora da confermare – probabilmente installando una barra trasversale per irrigidire l’intera struttura.
Appena 2000 esemplari. Sarà questa la tiratura limitata della Mini John Cooper Works GP, attesa entro la fine di quest’anno a cifre, c’è da immaginare, ampiamente superiori ai 30 mila euro.