Sono passati venti anni dall’incidente al Lausitzring nel quale perse la vita Michele Alboreto, al volante di un prototipo, durante una sessione di prove libere. In questa ricorrenza, il vice presidente della Ferrari, Piero Ferrari ha tracciato un ricordo del pilota milanese, tra i grandi protagonisti della Formula 1 degli anni Ottanta, prima con la Tyrrell e poi con la Rossa.
“È sempre difficile riassumere in poche parole il ricordo di una persona, lo è ancor di più per Michele, con cui siamo rimasti sempre amici, anche dopo che aveva lasciato la Ferrari prima e la Formula 1 poi” ha detto. E ancora: “Era una persona estremamente educata, un pilota assolutamente dedicato alla squadra e, soprattutto, molto razionale nelle sue scelte”.
Michele Alboreto era considerato da tutti un pilota velocissimo ma anche un gentiluomo: “Michele aveva dimostrato nei suoi anni con la Tyrrell non soltanto di essere molto veloce, ma soprattutto di saperlo essere su tutte le tipologie di circuito e in condizioni molto diverse fra loro, una caratteristica che aveva attirato l’attenzione di mio padre insieme al fatto di essere una persona che si contraddistingueva per la serietà, l’impegno e l’equilibrio: c’erano quindi tutti i requisiti giusti per diventare un pilota della Scuderia”.
Michele Alboreto, una vita segnata dalla passione per le corse
Una vita segnata dalla passione per le corse, la sua, e la gioia d’aver portato in alto in alto i colori della Ferrari. Una vita però spezzata a soli 45 anni, il 25 aprile del 2001, da un terribile incidente sul circuito di Lausitzring durante una sessione di prove libere private.
Vicecampione del mondo di Formula 1 nel 1985 con la Ferrari, Alboreto vinse in tutto cinque Gran Premi nella massima categoria automobilistica. Oltre che in Formula 1, Michele Alboreto corse anche nelle competizioni con vetture a ruote coperte. Si aggiudicò anche la 24 Ore di Le Mans del 1997 e la 12 Ore di Sebring del 2001.
La sua carriera cominci nella Formula Monza
Una carriera, quella del pilota milanese, cominciata nel 1976 nella Formula Monza e caratterizzata da una serie di successi nelle serie minori fino allo sbarco alla Ferrari nel 1984.
Nel 1985 la stagione visse di un lungo testa a testa con Prost, conclusasi a favore del francese a causa, soprattutto, di un calo di affidabilità della Ferrari nelle ultime gare. Fu comunque l’anno migliore dell’era Alboreto a Maranello terminata dopo alterni risultati nel 1989 con il ritorno alla Tyrrell.
Dal 1990 al 1992 il pilota milanese corre per la Arrows poi divenuta Footwork. Nel 1993 disputa un’altra stagione deludente con la Lola del team Scuderia Italia.
Nella sua ultima stagione in F1, quella del 1994, è alla Minardi: non ottiene alcun risultato di rilievo, e, a fine campionato, annuncia il suo ritiro dalla categoria. Gli anni successivi gareggia nel DTM, poi nei campionati Sportprototipi e nel 1996 nel campionato Indy Racing League.
Nel 1999 passa invece al team Audi con cui ottiene, nel 2001, la sua ultima vittoria in una competizione motoristica nella 12 Ore di Sebring in coppia con Capello e Aiello.
Il 25 aprile 2001 Michele Alboreto muore in un incidente al Lausitzring, mentre effettua i collaudi delle nuove Audi R8 Sport in preparazione della 24 Ore di Le Mans del 2001.