Tra i più grandi fenomeni di sempre nella storia della F1 vi è indubbiamente Michael Schumacher, ma di recente certe frasi hanno sorpreso.
Vincere sette volte il titolo mondiale della F1 sembrava un’impresa alla quale nessuno avrebbe mai potuto ambire, ma alla fine sono pochi coloro che hanno avuto lo stile in pista di Michael Schumacher. Il tedesco è uno di quelle leggende che è in grado di dimostrare con il talento e la classe la propria straordinaria abilità nel poter elevare al massimo la potenza e la qualità della monoposto come pochi altri nella storia.
Non è il solo fatto di aver vinto 7 titoli mondiali ad averlo reso un mito assoluto, ma è anche la volontà di migliorare in continuazione la monoposto. Una volta arrivato in Ferrari infatti il Cavallino Rampante non era di certo prestazionale come sarebbe diventato negli anni seguenti, ma il duro lavoro del Kaiser ha fatto in modo che la scuderia crescesse sempre di più.
Schumacher infatti non fu solo un pilota eccezionale in pista, ma fu anche tra i migliori collaudatori della storia. Lo dimostra il fatto che la Mercedes, una volta tornata nel 2010 nel magico mondo della F1, scelse proprio Michael come pilota, nonostante si fosse ritirato già da diversi anni.
Che Michael sia stato uno dei primissimi della storia lo dicono i numeri e lo dice anche la sua classe immensa. La maggior parte delle persone hanno modo di poter conoscere il tedesco solo tramite le proprie leggendarie imprese in pista, ma c’è chi ha avuto il privilegio di poterci lavorare insieme. Uno di questi è stato Stefano Domenicali, direttore esecutivo della F1, che di recente ha parlato di Michael.
“Schumacher voleva sempre vincere”: Domenicali racconta il Kaiser
Di recente Stefano Domenicali ha rilasciato un’intervista al podcast di un altro straordinario pilota come Nico Rosberg e ha così avuto modo di raccontare agli appassionati una serie di grandi notizie sulla vita di Michael Schumacher. Domenicali infatti in passato, ben prima di essere nominato come Team Principal, fu uno dei massimi dirigenti della Ferrari, contribuendone ai successi.
“Non era mai facile lavorare con Schumacher, perché non era mai soddisfatto del lavoro e voleva sempre vincere. In questo modo di fare, Verstappen mi ricorda moltissimo Michael, non lasciano niente a nessuno. Nonostante la sua voglia di vincere sempre, non l’ho mai sentito accusare nessuno del Team o additarlo di qualche errore“. Questa è sempre stata una delle grandi caratteristiche che il mondo dei motori ha riconosciuto in modo unanime a Michael.
Il fatto di prendersi sulle spalle la Ferrari, di essere non un capo o una prima donna, ma un leader capace di trascinare meccanici e ingegneri a una monoposto migliore. Nel 1999 a Silverstone rischiò di morire, con i freni che non risposero a dovere e si schiantò a tutta velocità contro le protezioni. Il tedesco fu costretto a perdere molte gare, rischiando anche tragiche conseguenze ai propri arti inferiori, ma non accusò mai nessuno del Team per aver montato in modo errato quella vita fatale. Un vero campione sia in pista che nella vita, una leggenda come poche altre.