Il campione tedesco ancora al centro dei ricordi di tifosi e addetti ai lavori. Anche gli altri ex piloti non possono far altro che portarlo nel cuore
Schumacher ha segnato un’epoca in Formula 1 lunga quasi 20 anni, vincendo sia con la Benetton che con la Ferrari. Nel Circus di oggi mancano personaggi come lui, figli di un altro Motorsport e con un talento davvero ineguagliabile.
A creare le grandi rivalità della storia servono sempre due campioni, in grado di sfidarsi quasi ad armi pari, infiammando il pubblico e dando fondo a tutto il loro talento. Nel corso della sua fantastica carriera, Schumacher ha praticamente vissuto due ere di Formula 1. La prima interfacciandosi con i mostri sacri degli anni ’80, come Senna, Prost, Mansell, che erano nella parte finale della propria carriera.
Anche contro di loro ha dato vita spesso a Gran Premio davvero eccitanti, mostrando sin dai tempi della Jordan (e poi della Benetton) di avere una marcia in più. Ne sa qualcosa anche Jos Verstappen, il papà di Max, che nel periodo con il team italiano gestito da Flavio Briatore le ha prese di santa ragione, da quello che semplicemente sembrava essere il più bravo di tutti.
Ad ammetterlo, candidamente, è stato anche Mika Hakkinen, che ha speso in queste ore parole molto belle nei confronti di quello che oltre ad essere un rivale è diventato anche un amico.
Intervistato dal portale f1-insider.com, Hakkinen ha ripercorso i momenti salienti della sua rivalità in Formula 1 con Michael Schumacher, facendo scendere più di una lacrima a tutti gli appassionati.
“Lo conoscevo dai tempi dei kart, avevamo appena 14 anni. Quando una volta l’ho battuto in una gara di Formula 3 tedesca non l’ha presa affatto bene. Era un avversario molto duro“.
Poi il finlandese ammette: “Michael era il migliore di tutti noi. Oltre ad essere un grandissimo talento naturale era uno che lavora durissimo. Le sue vittorie non era frutto del caso”.
La verità che tra Hakkinen e Schumacher è venuta fuori tra la fine degli anni ’90 e i primissimi anni 2000, una serie di duelli davvero entusiasmanti. La McLaren e la Ferrari di quel periodo erano le auto migliori del paddock e con due campioni di questo calibro alla guida, lo spettacolo era sempre assicurato. Basta ricordare il sorpasso sul rettilineo del Kemmel, a Spa, con il povero Zonta nel mezzo. Ricordi indelebili.