Parole pesantissime contro il sette volte campione del mondo. I tifosi del tedesco non la prenderanno per niente bene…
Tra il 1999 e il 2008 la Scuderia Ferrari ha vissuto un momento di grande splendore, contrassegnato da quattordici titoli iridati, di cui otto nel campionato costruttori. Cinque di tali trionfi sono arrivati grazie alla coppia di piloti formata da Michael Schumacher e Rubens Barrichello, assoluti dominatori della Formula 1 tra il 2000 e il 2005.
Nonostante i trionfi, però, in quel di Maranello ci sono stati periodi in cui l’aria era veramente pesante. D’altronde, si sa, in un team automobilistico non è obbligatorio andare d’amore e d’accordo. Ci riferiamo soprattutto ai piloti, per i quali il compagno di squadra è pur sempre il primo avversario. Ciò valeva anche in Ferrari, dove il brasiliano ha costantemente sofferto la velocità e la leadership di Schumacher. Tanto che il rapporto, ad un certo punto, iniziò ad incrinarsi e di conseguenza cominciarono le prime scaramucce. Scaramucce continuate poi anche in futuro. Un esempio è quanto accadde in Ungheria nel 2010, col tedesco (intanto passato in Mercedes) che strinse Rubinho (Williams) pericolosamente contro il muretto dei box alla velocità di circa 300 km/h. Uno dei tanti episodi che il nativo di San Paolo si è legato al dito.
Già, perché ancora oggi Barrichello non nasconde una punta di veleno quando parla dell’ex compagno di box. “Ho sempre fatto amicizia e ho sempre avuto un buon rapporto con tutti i miei compagni di squadra, ma Michael non mi ha mai sostenuto“, ha detto il brasiliano in una recente intervista riportata da Formula Passion. Poi è entrato nel dettaglio spiegando: “Non è mai stato presente per offrire aiuto, e io non gliel’ho mai chiesto. Con Michael era diverso, molte volte finivamo una riunione e poi ne iniziava un’altra solo con lui, alla fine ho capito che la squadra fosse solo sua“.
Barrichello, in seguito, ha anche rivelato che spesso decise di seguire e rispettare gli ordini del team covando l’illusione che la sua carriera stesse per giungere ad un punto di svolta: “Il mio contratto non diceva nulla riguardo il divieto di lottare con Michael. Per il mio bene, ho accettato tante cose. Ci sono state molte cose che ho rifiutato, ma ad alcune ho detto di sì perché per sei anni ho visto che stesse arrivando il mio momento“. Come sappiamo, il miglior piazzamento di Barrichello nel campionato di Formula 1 sarà un secondo posto, ottenuto sia nel 2002 che nel 2004. Il tanto agognato titolo non arriverà mai. “Ogni volta che me lo chiedono, io dico sempre che Michael fosse più forte di me, senza dubbio. Ma lui era in Ferrari già dal 1996, aveva quattro anni di esperienza in più nel team, e Jean Todt lo considerava come un figlio“, ha concluso il brasiliano senza nascondere una nota di amarezza. Siamo sicuri che, nel complesso, le sue parole non faranno di certo piacere ai fan del tedesco…