Si torna a parlare di McLaren Elva. Dopo la sua presentazione nel novembre 2019, la roadster estrema della casa di Woking non solo riporta alla memoria le leggendarie sportive da competizione (M1A, B e C) degli anni 60 disegnate da Bruce McLaren. Ma ne crea una versione ulteriormente esclusiva M6A accanto all’originaria M1A Theme lanciata appunto lo scorso anno. Una nuova variante che strizza l’occhio alla due posti che vinse il Campionato Can-Am nel 1967. Proprio quella mitica vettura che mise le basi per i successi successivi del team di Formula 1. E la prima a sfoggiare la carrozzeria Papaya Orange, tonalità diventata iconica per il brand inglese.
Parliamo di un modello con un prezzo di partenza di circa 1,7 milioni di euro, personalizzazioni escluse. E il programma di produzione del brand di Woking su McLaren Elva è cambiato. Non più le 399 unità di partenza ma solo 249. Perché? “Il feedback dei nostri clienti è che l’auto dovrebbe essere più esclusiva di così, quindi l’abbiamo limitato a 249“. Queste le parole del CEO Mike Flewitt. Naturalmente, questa è la voce ufficiale che viene dal capo dell’azienda, ma alcuni si chiederanno indubbiamente se la McLaren abbia avuto dei problemi nel trovare 399 acquirenti per la Elva. E quindi abbia deciso di salvare le apparenze rendendo l’auto “più esclusiva”. Produzione di fatto drasticamente ridotta di 150 unità. Ma con modelli decisamente unici. Attendiamoci di vedere altre varianti della McLaren Elva. Ne arriveranno sicuramente altre a seguito della M6A.
Questa McLaren Elva M6A speciale non solo riproduce la stessa colorazione del 1967 modernizzandola con una sfumatura metallizzata (Anniversary Orange) e tanto di numero 4, proprio quello adottato da Bruce McLaren nel ’67. Vanta anche esclusive ruote che montano cerchi in lega Satin Carbon Fibre Diamond Cut con pinze dei freni a contrasto verniciate anch’esse in arancione. E all’interno dell’abitacolo si trovano sedili rivestiti in pelle chiara con cuciture a contrasto e finiture scure.
La McLaren M1A degli anni ’60 pesava solo 551 kg, aveva un telaio particolarmente rigido per l’epoca e un potente motore a otto cilindri da 340 CV. La nuova McLaren Elva fa invece della leggerezza costruttiva il suo mantra. Ha uno dei telai di fibra di carbonio con la maggiore rigidità strutturale tra tutte le stradali di Woking ed è spinta da un V8 4.0 biturbo da 815 CV e 800 Nm. Proprio l’otto cilindri è una versione evoluta del propulsore già visto sulle McLaren Senna. Abbinato a un cambio automatico a sette rapporti con trazione posteriore e launch control, permette alla McLaren Elva M6A di scattare da 0 a 100 km/h in meno di 3 secondi e di toccare i 200 km/h in soli 6,7 secondi, un tempo inferiore di un decimo rispetto a quello della Senna.