Il periodo buio di Stellantis prosegue senza sosta. Ancora una mazzata che li ha costretti a una mossa che ha pochi precedenti.
Il 2024 è stato un anno davvero nero per il settore dell’automotive nel mondo occidentale e il gruppo Stellantis ne è rimasto particolarmente coinvolto. Mentre sul web circolano quotidianamente notizie sul periodo buio che sta attraversando, ne spicca una che lo vede ancora una volta coinvolto negativamente.
Più precisamente, proviene dagli Stati Uniti, dove il Gruppo è noto anche per il marchio Ram Trucks di sua proprietà. In particolare, si occupa dal 2009 della produzione di pick-up e di altri veicoli commerciali ed è stato fondato come divisione di Chrysler Group. Prende il nome proprio dall’omonimo modello prodotto da parte dell’azienda americana, ma questa volta è finito sotto la lente d’ingrandimento per la questione riguardante le emissioni di CO2.
Entrando nei dettagli, lo Stato della California ha avviato da tempo un procedimento penale contro Stellantis. Era già successo nel 2022, quando il Gruppo si è visto costretto a pagare ben 5,6 milioini di dollari (5,3 milioni di euro circa). Ciò era avvenuto per le accuse che coinvolgevano veicoli con motori a benzina. Questa volta, invece, i modelli interessati sono il Ram ProMaster 1500, il 2500 e il 3500 che montano motori diesel da 3,0 litri.
Stellantis, la questione sulle emissioni è stata risolta
Il CARB, California Air Resources Board, e FCA US hanno raggiunto recentemente un accordo per le violazioni sulle normative riguardanti la qualità dell’aria. I modelli interessati sono i Ram ProMaster prodotti dal 2014 al 2016, i quali montavano un dispositivo non approvato capace di poter aggirare il controllo delle emissioni. Inoltre, ha rilasciato nell’aria ben 55 tonnellate di ossidi di azoto in eccesso, situazione simile a quella avvenuta nel 2022.
Questa volta, però, l’accordo prevede il pagamento di una multa pari a 4,2 milioni di dollari (4 milioni di euro circa) da pagare allo stato della California. Inoltre, i modelli finiti sotto indagine sono stati richiamati per poter modificare il sistema di controllo delle emissioni, così da conformarlo alle normative statali vigenti.
Tali fondi saranno suddivisi in 2 milioni di dollari, derivanti da una sanzione civile, che andranno all’Air Pollution Control Found statale e altri e 2,1 milioni di dollari che andranno a finanziare il processo di diminuzione delle attività di determinate navi cargo oceaniche nel periodo di punta per balene e ozono, così da poter apportare benefici alla fauna selvatica, ma anche alla qualità dell’aria.
