Sergio Marchionne, svelato il retroscena sulla vendita del colosso italiano, riguarda anche John Elkann
Sergio Marchionne ha cambiato profondamente il futuro delle aziende in cui ha lavorato. Da Alfa Romeo a Ferrari, sino alla FIAT: ovunque sia stato il dirigente ha lasciato la sua impronta. In molti si chiedono cosa avrebbe pensato dell’industria dei motori attuale, e quali mosse avrebbe scelto di compiere per rispondere alle sfide della modernità. Marchionne prima della sua prematura scomparsa aveva avviato il percorso di una FIAT sempre più internazionale e orientata verso il mercato globale, un viaggio che poi sarebbe culminato dopo in Stellantis.
Il gruppo è ormai da tempo al centro delle polemiche nel nostro paese. L’azienda ha scelto di spostare sempre più attività all’estero, e si è difesa lamentando gli alti costi di produzione del nostro paese e chiedendo un maggiore sostegno da parte dello stato. Il futuro degli stabilimenti italiani, alla luce del calo di produzione, continua a preoccupare, così come il destino dell’automotive in Italia. Il settore sta soffrendo particolarmente, e sono moltissime le aziende italiane che nel corso del tempo sono passate di mano e sono finite ad avere proprietà straniere.
Carlo Calenda, leader di Azione, negli scorsi giorni è stato ospite di Porta a Porta, e ha svelato un retroscena relativo a Sergio Marchionne. “Ho seguito da vicino la vicenda Magneti Marelli (fino al 2018 sotto il controllo di Fiat Chrysler ndr.) e Marchionne non era d’accordo con la vendita” ha svelato. Durante un incontro, in cui il politico e dirigente avrebbe chiesto a Marchionne delucidazioni sui rumors di cessione, Marchionne avrebbe svelato di non volersi privare di Magneti Marelli. Calenda, però, ha raccontato che le cose cambiarono poco dopo, con la scomparsa di Marchionne e l’arrivo al timone di Elkann.
“Poco dopo Marchionne morì e John Elkann la vendette” ha rivelato. Calenda ha rivelato che chiese all’allora governo Conte 1 di bloccare la cessione, ma che questo non avvenne. Tutta la situazione, insomma, sarebbe stato un segnale di quello che sarebbe poi stato. La vicenda di Magneti Marelli, per Calenda, fu un segnale di una crisi imminente. Le progressive cessioni delle grandi aziende italiane e lo stop alla produzione in diversi stabilimenti sono stati un segnale inequivocabile delle difficoltà del mercato attuale europeo e nazionale e della direzione che Stellantis e l’industria italiana stavano prendendo.