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Mettereste mai mano alla Gioconda? E’ di questo che si parla, in fondo. Mansory La Revoluzione osa e stravolge la perfezione tecnica e stilistica targata Maranello, la F12 Berlinetta, ovvero, una delle più belle granturismo sfornate in via Emilia.
Passa davvero il limite del buon gusto il preparatore elvetico, cambiando i connotati della F12. Ecco, “La Revoluzione” (qualcuno spieghi che in italiano è Rivoluzione) ci riesce appieno, ma non migliora certo la base di partenza. Va detto che è tuning estremo, fatto per stupire e far parlare (difatti, eccoci qui a discuterne) e non certo per raccogliere consensi.
Le linee sinuose della F12 devono loro malgrado cedere agli spigoli della carrozzeria interamente in fibra di carbonio, realizzata nella factory del tuner. Muso appuntito, con chiglia centrale a evocare LaFerrari. I risultati? No comment. Presa d’aria al centro del cofano, accompagnata dagli sfoghi poco più in alto, replicati anche accanto ai gruppi ottici. Ecco, dell’originale probabilmente sono l’unico componente ancora riconoscibile.
Se la fiancata della Berlinetta era tutta segnata dall’Aero Bridge, La Revoluzione esalta le minigonne e si regala cerchi in lega enormi: 21 pollici davanti, 22 dietro.
Ovviamente – e senza scomodare le tesi dei politologi più raffinati – una rivoluzione deve sovvertire uno stato di cose consolidato, quindi, anche il retrotreno della F12 diventa un ricordo, sostituito da due terminali di scarico ovali, una griglia non poco pacchiana al centro della coda e un alettone fisso ancorato sull’apertura del bagagliaio.
Prima di proseguire nella galleria degli eccessi dando uno sguardo agli interni, alziamo il cofano motore per scoprire che c’è ancora un V12 Ferrari come cuore pulsante… peccato che dell’aspirato 6.3 litri si siano perse le tracce dopo l’installazione di due turbocompressori. Gli amanti dei numeri esagerati (e inutili) possono sorridere: oltre 1.200 cavalli quelli dichiarati da Mansory, tanti quanti servono per raggiungere i 368 km/h e passare da 0 a 100 in 2″9, metti mai che ti possa sembrare lenta una F12 da 340 orari e 3″1 in accelerazione…
Di fronte al balzo in avanti fatto dalla cavalleria con i due turbocompressori, diventa quasi irrilevante la modifica alla linea di scarico e alle mappature della centralina.
Tornando a bordo, si scopre un ampio utilizzo di carbonio, a rivestire ampie porzioni della plancia, delle portiere, il tunnel e i sedili. Il resto è un alternarsi di pelle bicolore con inserti gialli. Ogni riferimento al Cavallino rampante è sparito, visto che di fatto è un nuovo modello La Revoluzione, con davvero poco da spartire con la F12 Berlinetta.
Anche il prezzo, perché Mansory chiede 1.3 milioni di euro per realizzare un esemplare de La Revoluzione. Certo, sarà unico e con la sua esclusività, ma vuoi mettere il fascino Ferrari?