L’utiltaria più veloce del mondo è indiana: ecco perché è una vera pazzia su ruote

E voi ci credete che l’utilitaria più veloce del mondo sia un’auto disegnata e prodotta in India? Ecco perché questo modello è un qualcosa di mai visto prima: gli appassionati sono senza parole.

Ci sono molte auto che tutt’oggi rappresentano il simbolo del divertimento a costi relativamente contenuti. È il caso vero e proprio di molte vetture disegnate e prodotte per essere utilitarie e poi riviste in chiave sportiva per dare quel pizzico di pepe in più al vostro tragitto da casa verso l’ufficio. Alcuni nomi non hanno bisogno di presentazioni: Fiat 500 Abarth, Renault Clio RS, Volkswagen Polo GTI e chi più ne ha, più ne metta. Eppure arriva dall’India una delle utilitarie più veloci (e folli) della storia dell’automobilismo.

Dopotutto, la storia stessa dell’automobilismo è piena zeppa di esperimenti simili, che poi sono rimasti tali e che non sono riusciti a guadagnarsi il successo sperato. Progetti arditi, forse anche esagerati, a volte totalmente fuori dalla logica e dal buon senso comune: fattori che spesso hanno condizionato il decesso nella culla per molte vetture dei tempi moderni e fattori che, tutti insieme, hanno condizionato il fallimento della leggendaria Tata Indica Silhouette.

Questo modello, nella sua versione base, è stato uno dei modelli più apprezzati e venduti nel paese asiatico. Comparabile ad una classica hatchback, la Indica provò ad elevarsi a super-sportiva attraverso uno sforzo e uno spunto quasi geniale della casa produttrice Tata Motors. Anche se sul mercato non trovò alcuna fortuna e venne presto accantonata. Eppure, la scheda tecnica ancora oggi fa tremare le piccole sportive europee.

Tata Indica Silhouette: la piccola indiana che, ancora oggi, è una delle utilitarie più folli di sempre

Prima di entrare nel dettaglio, è necessario compiere un passo indietro e capire da dove nacque un’idea tanto folle quanto ambiziosa. Nel primo decennio degli anni 2000, Tata Motors riuscì a chiudere un importante accordo di collaborazione con Jayem Automotives. Quest’ultima è una delle case più famose e performanti del sud-est asiatico, che per anni ha prodotto le Formula 2000 più veloci del proprio continente. Da questa storia d’amore breve ma intensa, nacquero un paio di versioni speciali della Indica: qualcuna in chiave competizione, qualcun’altra in chiave rally. Quello che però Tata Motors e Jayem Automotives riuscirono a fare con la Indica Silhouette ha dell’impressionante. Persino se consideriamo gli attuali standard delle utilitarie sportive.

Tata Indica Silhouette, l'utilitaria più veloce di sempre
Ecco svelata l’indiana più veloce di sempre: Tata Indica Silhouette V6 (via YouTube) – allaguida.it

L’unione delle due case produttrici, dunque, portò alla nascita di un’utilitaria che faceva un po il verso alla Renault Clio V6, seppure le specifiche raccontavano e rappresentavano numeri mai visti prima. Almeno per un’auto di quel segmento e di quella taglia. Disegnato per accogliere un motore centrale (di cui parleremo clamorosamente avanti), lo chassis di acciaio era derivato dal mondo delle corse ed era completato, poi, dall’involucro di una Tata Indica V2.

L’estetica, poi, parlava da sé: aggressiva e ultra-sportiva, con un kit aerodinamico da auto destinata alla pista. La leggenda vuole che la Jayem si fosse ispirata alle auto partecipanti al campionato DTM e che avesse preso una Porsche GT3 RS come parametro di riferimento delle proprie prestazione. Per questo abbondavano prese d’aria, alettoni, assetto ribassato, spoiler aggressivo e persino qualche componente in carbonio (o simil-tale). Al posteriore, addirittura, c’era un largo diffusore da corsa, utile per aumentare l’aderenza e il carico aerodinamico della Indica Silhouette.

Mostruoso e (quasi) senza senso: il motore della Tata Indica Silhouette continua a fare la storia per gli appassionati e i cultori

Il vero punto di forza della Tata Indica Silhouette erano le sue prestazioni. Il motore era una roba da mettersi le mani nei capelli e non esageriamo. Nel suo vano centrale, la Indica accoglieva un propulsore da competizione Renault-Nissan V6, capace di produrre 330 cavalli di potenza. Il tutto gestito da una trasmissione sportiva a trazione posteriore, dotata di 6 marce con cambio sequenziale.

Da menzionare anche l’impianto di scarico, paragonabile per componenti, sound e progettazione a quello di una Lamborghini Huracan. Numeri e dati mostruosi, che quasi perdono di senso davanti al peso totale della Tata Indica Silhouette: solamente 850 chilogrammi. Complice anche la rimozione totale dei sedili posteriori e di qualsiasi altro ingombro alle prestazioni e al peso della Indica. Dopotutto, il disegno di Tata Motors e di Jayem Automotives era quello di consegnare agli appassionati un’auto da scatenare senza freno in pista. A costo anche di dover rinunciare a qualche optional o a qualche confort di troppo.

E proprio le prestazioni in pista, poi, completano il quadro di un’utilitaria tale solo di nome: da 0 a 100 km/h in soli 4,5 secondi e una velocità massima di 270 km/h. E poi anche un’agilità e un’aderenza che l’avrebbe resa un problema per le altre auto dello stesso segmento. Addirittura dotata di un’impianto di sospensioni pneumatiche da competizione interamente regolabile e con un sistema elettronico ad hoc per registrare con precisione i tempi in pista, la Tata Indica Silhouette resta un grande rimpianto per gli appassionati di qualsiasi Paese.

Tata Indica Silhouette, l'utilitaria più veloce di sempre
Tata Indica Silhouette V6, gli interni dell’utilitaria più veloce di sempre (via YouTube) – allaguida.it

Mai in India si era vista un’auto utilitaria del genere. E mai la si vedrà, dentro e fuori dal glorioso territorio sud-orientale. La piccola Indica Silhouette rappresenta tutt’oggi una vera e propria leggenda per gli appassionati e i cultori di nicchia, ancora stupiti dai numeri messi insieme dalla collaborazione nata tra Tata Motors e Jayem Automotives. Chissà se il mondo automobilistico riuscirà mai a vedere nuovamente specifiche simili, soprattutto se mai una casa produttrice indiana riuscirà a lanciarsi con coraggio e incoscienza in uno sforzo così folle e ambizioso.

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