Lo stemma Alfa Romeo è decisamente un marchio indelebile nella storia del brand dal 1910. Un simbolo tramandato da generazioni di auto della casa automobilistica italiana con sette evoluzioni grafiche (secondo la cronistoria ufficiale dell’Alfa Romeo) in oltre un secolo di storia (qui la storia dei 110 anni).
Affonda le radici in un passato lontanissimo, fra draghi, crociati e leggende di cui si è quasi perduta memoria. Le componenti dello stemma, la croce rossa su fondo bianco e il biscione, furono scelte per marcare l’appartenenza dell’azienda alla città di Milano, dove l’Alfa Romeo fu fondata nel 1910 con la ragione sociale di Anonima Lombarda Fabbrica Automobili. Il marchio era composto dallo stemma cittadino di Milano, una croce rossa in campo bianco di Giovanni da Rho, e dal biscione visconteo legato alla tradizione longobarda.
Per alcuni, quest’ultimo, era il serpente biblico in campo azzurro con in bocca un bambino che decorava il gonfalone della spedizione dei crociati milanesi. Per altri, era l’immagine bronzea di un serpente che fu portata a Milano nel 1002 e subito riprodotta su una colonna di Sant’Ambrogio. Il marchio riportava questi elementi inscritti in una fascia circolare con due nodi sabaudi e la scritta “Alfa-Milano” con carattere graziato.
Con Nicola Romeo lo stemma Alfa cambia
Quando Nicola Romeo acquistò nel 1915 la fabbrica milanese, nello stemma dell’azienda comparve il cognome dell’industriale napoletano. Le due corde annodate nel bordo sono nodi sabaudi, furono inserite come omaggio alla Casa dei Savoia. La prima variazione significativa arrivò solo nel 1925, quando lo stemma venne rinchiuso da una corona d’alloro per celebrare la leggendaria vittoria della P2 nel primo Campionato del Mondo di Automobilismo. Due curiosità. Fin dal primo marchio circolare il biscione sembrava attorcigliarsi su se stesso in prossimità della testa ma in un marchio del 1935, stranamente, il serpente mostrava un andamento regolare. In un manifesto pubblicitario del 1937, in epoca fascista, nel marchio viveva la dicitura autarchica “Milano-Napoli” e qui il biscione tornò ad attorcigliarsi.
Lo stemma Alfa Romeo dopo la seconda guerra Mondiale
Nel 1945, con la caduta della monarchia e la proclamazione della Repubblica, i nodi sabaudi lasciarono il posto a due linee ondulate. In seguito, in assenza di vincoli forti, ci furono diverse ”libere interpretazioni“ del marchio Alfa Romeo. Dal 1946 al 1950 fu posto il biscione in posizione inclinata e la corona d’alloro meno evidente. Dal ’46 al ’51 ci fu anche una versione del marchio completamente rossa, che contrassegnò, tra le altre, anche l’Alfa Romeo 159 di Fangio e la 6C 2500 Touring “Villa d’Este”, una delle più belle autovetture prodotte nella storia dell’automobilismo
Nel 1972 il cambio di rotta, si toglie Milano
A partire dal 1972, con l’autonomia dello stabilimento Alfasud di Pomigliano d’Arco (Napoli), scomparve dal marchio la parola “Milano” e rimasero i soli due simboli milanesi sormontati dalla scritta “Alfa Romeo” composta in Futura. Il marchio fu disegnato da Pino Tovaglia che operò il redesign dei precedenti nella soluzione a colori e monocromatica.
Primi anni ’80 cade del tutto è la corona d’alloro
Nel 1982, a cadere del tutto è la corona d’alloro, che era già stata assottigliata in precedenza ed il logo ha lo sfondo integralmente dorato (smalto su ottone), compresa la scritta
L’ultimo restyling del 2015
Nel 2015, in occasione dei suoi 105 anni anni di vita, Alfa Romeo presenta una versione rinnovata del suo storico e leggendario marchio. Il tutto in concomitanza con il lancio della nuova Giulia e con la riapertura del Museo Automobilistico di Arese. L’incarico per il restyling è stato affidato a Di Robilant Associati, storico partner del gruppo Fiat. Il nuovo marchio rappresenta la celebrazione dell’identità storica del brand con uno slancio verso la contemporaneità e l’eleganza.
L’anello esterno in blu notte esalta l’esclusività della casa mentre l’uso dell’acciaio cromato nei profili e nel logotìpo, composto con il carattere ITC Blair ritoccato, enfatizza la modernità e la vocazione tecnologica.
Intoccabili gli elementi di sempre. Ovvero sia la croce che il biscione, anche se quest’ultimo più prominente e fiero.
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