Porsche, un’azienda automobilistica che ha realizzato una serie di progetti straordinari. Stavolta si è distinta così.
Porsche, una delle aziende più rinomate ed apprezzate in tutto il mondo. L’automobilismo deve molto al brand tedesco in questione, che dalla Germania si è presto fatto conoscere in tutta Europa e nel resto del globo. Il suo passato, estremamente iconico, ha iniziato a splendere direttamente dal quartiere di Zuffenhausen della città di Stoccarda.
Dal 2012 è interamente posseduta dalla Volkswagen, mentre dal 2022 è presente all’interno della Borsa di Francoforte. I successi splendidi, pensiamo alle auto eterne, le vetture indimenticabili, dalle linee e dal design spesso inarrivabili, sono tantissimi.
Questo e molto altro è Porsche, il marchio che quasi cento anni fa iniziava il suo lungo viaggio all’interno dell’automotive. E che adesso, dopo decenni dalle mille soddisfazioni, di chilometri ne ha macinati davvero tanti. E tanti altri intende macinarli, sorprendendo ancora una volta, per l’ennesima volta fan e appassionati.
Porsche, l’inizio della leggenda: ma non fu tutto semplice
La Porsche inizia a farsi conoscere il 25 aprile 1931, data della nascita dell’azienda. Viene fondato dall’omonimo Ferdinand lo studio di progettazione di Stoccarda. Un uomo illuminato ed illuminante, che aveva già lavorato in precedenza allo sviluppo di automobili elettriche e ibride – anche a trazione integrale.
Presto contribuirà alla creatura ancora acerba – ma già ambiziosa – il figlio Ferdinand Anton. Gli inizi della storia Porsche però sono tutto tranne che semplici; il regime nazista di Adolf Hitler è il primo fattore che induce ad una concezione automobilistica non esattamente libera di esprimersi, come poi il brand in questione dimostrerà di saper fare nel corso degli anni.
Tornando al periodo nazista, Hitler richiede la realizzazione di un veicolo a destinazione popolare. Nasce così la prima celebre Volkswagen, considerata a tutti gli effetti l’auto del popolo. Intorno al 1938, pare che Hitler fornisse specifiche richieste, a Porsche, anche per la creazione di un veicolo dalle prestazioni più elevate. Padre e figlio iniziarono così a lavorare per dare vita alla loro prima auto. Quest’ultima entra in produzione, ma in ritardo.
Le tante difficoltà legate alla seconda guerra mondiale attanagliarono non poco la riuscita del primo vero progetto del brand tedesco, che però alla fine venne terminato al meglio: parliamo della 356. Un mezzo speciale, realizzato in versione cabrio e coupé. E’ stata venduta in svariate versioni per quasi vent’anni, ed è un modello unico. Motivo? Principalmente spiccava lo straordinario livello di maneggevolezza, leggerezza, affidabilità e tenuta di strada che essa costituiva. Ha spianato la strada alla futura Porsche 911, e quindi non possiamo che rimanere ammaliati dalla prima vera creatura – e che prima volta – della Porsche.
Porsche logo: una storia dentro la storia
Spesso una sola storia è capace di racchiudere altri racconti, dando vita a dettagli e peculiarità impossibili da non evidenziare. Vale anche per il logo Porsche, nato quasi in maniera casuale. L’imprenditore americano Max Hoffmann, che si occupava dell’importazione delle Porsche negli Stati Uniti d’America, era convinto dell’enorme potenziale commerciale di tali automobili, pur essendo contrariato dal fatto che non fossero dotate di un brand che le rendesse immediatamente riconoscibili.
Un problema non da poco, anche negli anni cinquanta. E così, durante una cena di lavoro con Ferdinand Anton Porsche, Hoffmann riuscì a convincerlo definitivamente dell’importanza rappresentata dal legame fra un logo e il marchio stesso. Il figlio dell’omonimo fondatore dell’azienda si diede da fare in maniera tanto naturale quanto semplice; disegnò su un tovagliolino uno scudo, nel quale si fondevano gli stemma della città di Stoccarda e della ragione nella quale nasceva (Wurttemberg).
Venne posizionato un cavallo al centro e furono aggiunti rami di cervo di Ulrico, duca di Wurttemberg. In cima allo scudo venne raffigurata la parola Porsche. Questo stemma caratterizzò ogni Porsche dal ’53 in poi, in seguito all’ottenimento dell’autorizzazione d’uso dal comune di Stoccarda e dal governo federale Wurttemberg. Una storia dentro la storia.
Porsche, non solo auto: cosa non sai delle altre attività dell’azienda
Porsche è un’azienda rinomata per quello che è riuscita a creare, realizzare e ottenere nel corso del tempo in ambito automotive. Ma l’azienda tedesca è rinomata anche per altri dettagli, esterni all’automobile. Pensiamo ai trattori agricoli, veicoli che il brand in questione progettò e produsse tra il 1950 e il 1963. Vennero fuori numerosi modelli di questo genere, dotati di motori diesel. A pensare a tali costruzioni, c’era la società Porsche Diesel Motorenbau GmbH. La sede era posizionata in Friedrichshafen, Germania.
Tramite la controllata Porsche Design, il marchio ha progettato e disegnato anche molti accessori per le vetture e altri prodotti vari come abbigliamento sportivo, cancelleria ed informatica. Ovviamente, oggetti griffati dal logo principale; parliamo anche di orologi, pipe, portachiavi, ombrelli, valigie, scarpe, felpe, polo, spille, occhiali e profumi. Un altro dettaglio davvero speciale legato alla Porsche è il periodico Christophorous.
Si tratta della pubblicazione ufficiale della casa costruttrice di Stoccarda, dove vengono pubblicate le ultime novità relative ai veicoli e al mondo che ruota attorno alla società. In caso di acquisto di una vettura, il periodico viene inviato gratuitamente all’acquirente. In seguito però dev’essere acquistato; oppure viene procurato tramite le varie concessionarie. Infine troviamo anche il Porsche Club, il club di marca degli appassionati; questo riunisce migliaia di persone in numerosi Paesi del mondo, suddivisi in base a club locali che svolgono attività come i raduni.
Porsche, l’ultima realizzazione sorprende: ma è tutto vero
Chissà cosa pensano i club di appassionati, dell’ultima realizzazione della Porsche. L’azienda tedesca ha infatti rinnovato la sua gamma di e-bike con il lancio di due modelli, questi realizzati in collaborazione con Rotwild, produttore di riferimento del settore delle due ruote elettriche.
Le nuove e-bike si ispirano alla 911 e alla Taycan, rispettivamente il simbolo dell’azienda e l’auto che ha dato il via alla svolta a zero emissioni della Porsche. Parlando nello specifico dei mezzi in questione, si tratta di mountain bike elettriche, che uniscono contenuti premium ad un look ricercato e fortemente voluto. Del resto, Porsche è conosciuta anche per l’eleganza delle sue linee. I due nuovi modelli si chiamano Cross Performance e Cross Performance EXC. Si preparano al debutto sul mercato.
Sono disponibili in tre diverse dimensioni di telaio. I prezzi, ve lo diciamo immediatamente, non sono per niente particolarmente accessibili, anche se da un’azienda del genere non ci si poteva proprio aspettare qualcosa di chissà quanto differente. Queste nuove uscite vanno ad ampliare la gamma di e-bike firmate Porsche. In che modo?
Unendo design e comparto tecnico assolutamente completo. Dal punto di vista tecnico, le nuove e-bike possono contare su di un telaio in carbonio, una forcella Fox 34 Float Factory con 120 mm di escursione e su ammortizzatore ad aria Flat DPS con tanto di molla da 100 mm. Sono mezzi pensati per gli spostamenti off road, quindi la base tecnica non può che essere straordinaria. la parte elettrificata è affidata ad un motore Shimano EP-801, dotato di batteria massima da 630 kWh.
Il cambio è uno Shimano XT Di2 a 12 rapporti, senza dimenticare il reggisella telescopico Highline 3 e dei freni a quattro pistoni Magura M7T. Le due e-bike contano anche su ruote in carbonio Enduro Synthesis da 29 pollici. Come dicevamo, i prezzi non sono esattamente di favore. I modelli in questione prevedono prezzi che partono da 13226 euro per la Cross Performance e da 14251 per la Cross Performance EXC. Si può scegliere fra tre versioni telaistiche diverse.
Il valore di mercato è notevole, ma lo ripetiamo, la qualità e il marchio fanno tanta differenza. Di sicuro, se si è alla ricerca di un prodotto più conveniente, questo non è quello giusto. Se invece, al contrario, i papabili clienti richiedono affidabilità e qualità prima di ogni altra cosa, di Porsche – come dimostra un’esperienza aziendale quasi ultrasecolare – ci si può fidare davvero ad occhi chiusi.
Tornando al telaio, la variante più compatta è la S (batteria di 504 kWh), ideale per chi non supera i 170 centimetri di altezza. La versione intermedia può andare bene in caso di range di altezza variabile fra 1,68 e 1,82 metri. La più grande, L, è adatta gli utenti tra 1,8 e 1,94 metri. La versione Cross Performance EXC è ordinabile scegliendo tra varie colorazioni per il telaio, mentre la Cross Performance è disponibile solo in versione Dark grey. Per acquistarne una è possibile andare sul sito ufficiale della Porsche, oppure presentarsi ad uno dei centri autorizzati. Per quanto riguarda l’elettrificazione, è la strada giusta?
Già diversi brand delle quattro ruote hanno guardato con estrema attenzione la crescita delle e-bike, settore in costante evoluzione, e peraltro collaborazioni come quella fra Porsche e Rotwild sono sempre più diffuse. Anche Lancia, di recente, ha presentato le sue nuove biciclette elettriche. Anche a causa di un’elettrificazione sempre più rilevante, queste mosse commerciali sembrano destinate soltanto ad aumentare. Poi, certo, è abbastanza logico che quando tale mossa giunge da un brand come Porsche, la questione fa ancora più rumore.