Il libretto di circolazione, o carta di circolazione, sembra essere un documento ostico che racchiude una serie di codici, sigle e strane abbreviazioni complicate da decifrare.
Viene rilasciato dall’ufficio competente del Dipartimento per i trasporti terrestri e riporta tutti i dati tecnici e di identificazione del mezzo, le generalità del proprietario nonché gli esiti delle revisioni periodiche.
I dati sono espressi attraverso una serie di codici che derivano da un obbligo di legge. L’aspetto del libretto è regolamentato da una direttiva europea, in particolare la 1999/37/CE del 29/4/1999, voluta per uniformare in tutti i paesi comunitari l’identificazione delle caratteristiche del veicolo attraverso uno standard comprensibile in tutte le lingue.
Il libretto di circolazione non è altro che un semplice foglio composto da due facciate suddivise in quattro quadranti. Il retro risulta essere la parte meno complicata da decifrare.
Qui vengono indicati solo gli aggiornamenti, cioè gli eventuali trasferimenti di proprietà del veicolo e gli esiti delle revisioni, insieme ad una legenda che riporta il significato dei vari codici.
La prima facciata è quella che rimane un po’ più complicata da leggere. È qui vengono indicate tutte le caratteristiche del mezzo insieme ai dati del proprietario. I codici hanno un ordine ben preciso previsto per legge, inoltre è sempre la legge che ne descrive il colore e il tipo di carta che deve essere usata per stampare il documento.
Il quadrante numero 1, è il primo in alto a destra ed è evidenziato da un piccolo numero bianco su sfondo blu ed è una specie di carta d’identità del veicolo.
Come anticipato, qui sono riportati i dati che identificano il mezzo e il suo proprietario. In alto è indicata la sigla dello Stato membro che ha emesso il documento, al centro il nome dello Stato per esteso insieme all’autorità competente, il Ministero dei Trasporti in Italia.
Nella parte inferiore troviamo il numero del libretto di circolazione, mentre subito sotto il numero d’immatricolazione composto da un codice alfanumerico che identifica la registrazione alla Motorizzazione Civile e il numero di targa del veicolo preceduto dal simbolo “A”, il primo dei numerosi codici presenti sul documento.
Con il codice “B” viene riportata la data della prima immatricolazione. Nel caso in cui l’intestatario della carta di circolazione non corrisponde al proprietario, come accade nel caso di di comodato d’uso o noleggio a lungo termine, vengono indicati prima i dati dell’intestatario della carta in questo specifico ordine: Cognome o Ragione Sociale, Nome se persona fisica, Indirizzo.
A questi dati corrispondo i codici “C.1.1”, “C.1.2”, “C.1.3”. Il codice “C.4” chiarisce se l’intestatario è o non è il proprietario, nel caso in cui lo sia il codice usato è “A”, “B” nel caso contrario. Quando il proprietario e l’intestatario sono la stessa persona o ragione sociale i codici usati sono “C.2.1”, “C.2.2” e “C.2.3”.
Il secondo quadrante contiene tutte le informazioni sulla marca e il modello della vettura, insieme ad una serie di altri dati tecnici. La sigla “D.1” riporta il nome del costruttore, per esempio FORD W GMBH, “D.2” specifica il tipo del modello attraverso un codice usato dalla casa produttrice, mentre con “D.3” viene indicato il nome commerciale del modello, ad esempio, FUSION.
Può accadere che tutte queste informazioni vengano riportate insieme nella voce “D.1”. Con il codice “E” viene indicato il numero di identificazione del veicolo, ossia il numero del telaio. Seguono le voci sulla massa del mezzo espresse in Kg che, a volte, possono anche non essere indicate tutte.
“F.1” è la massa massima ammissibile a pieno carico, “F.2” è la massa massima ammissibile a pieno carico in servizio. Queste due voci sono più o meno la stessa cosa e riportano il peso complessivo comprensivo di liquidi, ruota di scorta e tutti i passeggeri omologati.
La voce “F.3” è invece la massa massima ammissibile dell’insieme data dal veicolo a pieno carico e rimorchio. Con “I” si indica la data d’immatricolazione, la stessa presente alla voce “B” del primo quadrante.
La categoria del veicolo è riportata con “J”, ad esempio, “M1” è un’autovettura, “J.1” è la destinazione d’uso, autovettura per trasporto persone, “J.2” è il tipo di carrozzeria, per esempio AF, veicolo multiuso, AA berlina.
Con “K” viene indicato il numero di omologazione del tipo, ossia del modello generale. “L” indica il numero di assi, “M” è l’interasse, cioè il passo espresso in millimetri. Per gli autocarri che superano le 3,5 tonnellate è previsto anche il codice “N” che riporta la massa per ogni asse. “O” indica la massa massima ammissibile dell’eventuale rimorchio.
Il codice “P” è invece riservato al motore: “P.1” esprime la cilindrata in centimetri cubici, “P.2” la potenza massima in kilowatt, ma non sempre viene riportata, “P.3” è il tipo di alimentazione, “P.4” può indicare il regime massimo dei giri del motore (non sempre è presente), infine, “P.5” riporta il numero di identificazione del motore, un dato molto importante al momento dell’acquisto di eventuali pezzi di ricambio.
Il codice “Q” viene invece usato solo per i motocicli e indica il rapporto esistente tra potenza e massa. Si può trovare anche la voce “R” dedicata al colore della carrozzeria. “S.1” riporta il numero di posti a sedere, conducente compreso, “S.2” è usato per gli autobus e indica il numero di posti in piedi.
Le ultime voci sono dedicate alle emissioni, le prime sono quelle sonore indicate con la sigla “U”, “U.1” è i livello espresso in decibel a veicolo fermo, “U.2” è il regime di rotazione del motore a cui viene misurato il valore di “U.1”, mentre “U.3” è il rumore del veicolo in movimento.
La lettera “V” è dedicata alle emissioni dei gas di scarico: “V.3” per gli ossidi di azoto, “V.5” per il particolato nei motori diesel, “V.7” per il CO2, infine “V.8” riporta il consumo medio di carburante nei test su ciclo misto o combinato espresso in litri per 100 Km.
Con “V.9” viene indicata la classe ambientale di omologazione CE come Euro 6, Euro 5, Euro 4 e, sempre in questo quadrante, viene riportata la direttiva europea che regola la suddetta omologazione, ad esempio 2003/76/CE-8 indica un veicolo Euro 4 con dispositivo antiparticolato.
Il terzo e il quarto quadrante sono riservati ad una serie di informazioni aggiuntive riportate per esteso senza l’ausilio di codici.
Generalmente vi troviamo le dimensioni del veicolo, il rapporto potenza/tara, dato importante per i neo patentati, le misure permesse dei pneumatici, nonché in chiaro la classe di omologazione ambientale: Euro 6, Euro 5, ecc… Sempre qui possono essere riportati anche i dati relativi al consumo, oltre alla massa a vuoto, cioè il peso senza conducente, liquidi e ruota di scorta.