Una proposta simile al progetto Check Box, portato avanti dall’Isvap con 13 compagnie a Roma, Milano, Torino, Napoli e Palermo. In questo caso, era stato fissato anche lo sconto minimo da praticare ai 17.100 clienti selezionati che hanno aderito all’iniziativa, ovvero il 10%. I risultati sembrano essere stati positivi, in quanto i sinistri causati dai conducenti durante l’uso della scatola nera sono inferiori alla media. Anche se il progetto ha riscosso più consenso tra i guidatori maturi, con persone di età compresa tra 55 e 65 anni. Una categoria di conducenti che solitamente commettono pochi incidenti.
Come funziona la scatola nera
La scatola nera è collegata alla porta diagnostica che rileva tutti i parametri del motore, la velocità dell’auto, il regime di rotazione del motore, la marcia inserita e l’accelerazione laterale. Il dispositivo registra la dinamica degli incidenti nei 40 secondi precedenti e nei dieci secondi seguenti l’impatto. Il sinistro viene rilevato tramite dei dati, come la forte decelerazione o l’apertura dei sistemi di sicurezza come gli airbag o dall’attivazione di sistemi per la riduzione dei danni di impatto che sono presenti in alcune vetture. Il dispositivo è in grado di rilevare l’incidente e di registrare, anche con dati georeferenziati tramite antenna Gps, l’avvenuto incidente e la sua posizione. Una scatola nera per auto può anche essere equipaggiata anche con un modulo radio Gsm/Gprs che collegandosi alla rete cellulare può comunicare i dati in tempo reale. Con il dispositivo le frodi diventano più difficili ed è possibile costruire tariffe personalizzate con risparmi sui prezzi.