La Lancia 037 è davvero una delle vetture più amate e apprezzate di tutti i tempi. Non tutti però conoscono questo retroscena incredibile.
Una delle pietre miliari, sia dal punto di vista estetico che tecnico e meccanico, dell’automobilismo italiano e internazionale è certamente la Lancia 037. Un prodotto straordinario realizzato dal 1982 al 1983. La versione stradale non riscosse chissà quale successo, anche perché l’obiettivo era soltanto quello di partecipare al mondiale di rally (servivano almeno 200 auto stradali prodotte per parteciparvi).
Questa splendida vettura montava un motore quattro cilindri in linea capace di erogare fino a 205 CV di potenza massima e di spingersi fino a 220 chilometri orari. La versione da gara diventò un’icona sportiva straordinaria: fu l’ultima auto a 2 ruote motrici a vincere il mondiale rally e fu pure l’unica a prevalere sulle più avanzate automobili a trazione integrale.
Inoltre, e non è affatto poco, diede il via alla sperimentazione che portò al propulsore della futura Lancia Delta S4. Insomma, un vero mito delle quattro ruote. Ma avete mai conosciuto la storia di una 037 ‘romena’? Beh, se la risposta è negativa, ve la raccontiamo noi.
Conosciamo bene la Lancia 037, uno dei prodotti più pregiati usciti dalle fabbriche italiane. Molto conosciuta è anche la Dacia, azienda romena che con un’auto in particolare avrebbe dovuto ispirarsi con successo alla vettura italiana. Parliamo del cosiddetto progetto Lynx MD87; tale prototipo sarebbe dovuto essere un mezzo da corsa all’avanguardia – considerando il periodo storico – ma si rivelò purtroppo tutto tranne che una realizzazione eccellente.
L’auto in questione fu pensata e realizzata da Nicolae Cosmescu, ingegnere e designer di Dacia, grande appassionato di corse e di rally. Il progetto prese il largo nel 1986. La parte anteriore di questo modello riprendeva quella della Dacia 1310 Sport Coupé. Il motore era un quattro cilindri da 65 CV di potenza massima posizionato centralmente. La trasmissione era di tipo posteriore. Le risorse a disposizione di Cosmescu e i suoi colleghi erano decisamente limitate, tuttavia riuscirono comunque a terminare il progetto in circa tre mesi. Nel 1988 il prototipo subì svariate modifiche, nel 1991 fu ulteriormente rivisto con tanto di fari retrattili e un cofano più profondo.
La Lynx MD87 venne soprannominata anche MR2 rumena (il riferimento è ad un modello della Toyota). I difetti legati a quest’auto non erano pochi, per quanto le intenzioni di costruzione fossero tanto ambiziose: era efficiente sull’asfalto, ma ben poco adatta all’utilizzo sui terreni accidentati. E infatti, il sogno di Cosmescu non si realizzò mai. Furono costruiti soltanto due prototipi della Lynx MD87, concept che peraltro dopo la caduta del comunismo in Romania finirono per sparire totalmente.