E’ consuetudine di molti lampeggiare agli altri automobilisti per segnalare un posto di blocco, si tratta però di un comportamento che sarebbe bene evitare. Ecco perché.
Sono tanti gli automobilisti che ancora oggi portano avanti una tradizione che si diffusa negli anni, che dimostra quanto si possa essere collaborativi con gli altri, anche se sono del tutto sconosciuti. Di cosa si tratta? Di un gesto che molti tendono a fare e che è stato tramandato dai genitori, ovvero fare i lampeggianti alle altre vetture che si incontrano sul proprio percorso quando si sa della presenza di un posto di blocco con carabinieri o polizia.
Si pensa in questo modo di aiutarli a essere più prudenti nella loro condotta di guida, quindi a moderare la velocità o a mettere le cinture di sicurezza se ancora non dovessero averlo fatto (anche se ora con le macchine moderne scatta solitamente il segnale di avviso).
Essere altruisti è considerato un gesto positivo, ma a volte può essere un modo di agire che tende a ritorcersi contro chi lo commette. Almeno apparentemente questa potrebbe sembrare una teoria senza senso, ma nei fatti non è così, almeno quando parliamo del comportamento da tenere al volante.
Segnalare attraverso i lampeggianti delle auto alle vetture che provengono in senso opposto la presenza della polizia, dei carabinieri, di un posto di blocco ma anche di un autovelox, è ritenuto scorretto. Non si tratta, è bene precisarlo, di un reato, ma comunque di una violazione delle norme del Codice della Strada.
Se proprio lo si vuole fare e si desidera essere generosi con gli altri, sarebbe bene evitare almeno di farsi scoprire. Se si viene colti in flagrante, è prevista una sanzione come quella per la violazione dei limiti di velocità.
A parlare chiaramente di come sarebbe bene non lampeggiare agli altri automobilisti per segnalare un posto di blocco o un autovelox è il Codice della Strada, all’ultimo comma dell’articolo 153. Qui si parla di “uso improprio dei dispositivi luminosi soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 41 a euro 168″. Insomma, questo comportamento così diffuso sarebbe in realtà vietata.
Non solo, tra le irregolarità rientra anche l’utilizzo dei navigatori satellitari e delle app, che sono in grado di fare questa segnalazione in maniera automatica a chi è alla guida. La contestazione da parte delle forze dell’ordine può essere immediata.
Se invece dovesse essere pericoloso per la circolazione spingere la vettura a fermarsi, carabinieri e polizia possono segnarsi il numero di targa, in modo tale da mandare la multa direttamente a casa dell’intestatario della vettura. E’ però necessario che la notifica avvenga entro 90 giorni rispetto a quando è stato commesso l’illecito. Fare ricorso in questo caso sarà un’impresa, visto che può essere difficile dimostrare di non avere commesso l’irregolarità.