La J sta per Jota all’interno della sigla che accompagna il nome della nuova Lamborghini Aventador SVJ, l’auto che già ha in bacheca il giro più veloce per le auto di serie al Nurburgring, concluso in 6:44.97. La nuova hypercar del Toro di Sant’Agata Bolognese è riuscita a spostare ancora una volta verso l’alto l’asticella delle prestazioni, con numeri da capogiro e confermandosi dunque la Lamborghini più prestazionale di sempre.
Lamborghini Aventador SVJ: scheda tecnica
Questo è stato possibile grazie ad una serie di lavori che hanno interessato sia la parte meccanica che l’aerodinamica. Il motore, un dodici cilindri a V da 6.5 litri, può contare su una nuova aspirazione e su un nuovo impianto di scarico più leggero rispetto alle Lamborghini Aventador che abbiamo visto finora, così come su valvole in titanio. Questo ha significato il raggiungimento non solo di una potenza di 770 cavalli ed una coppia di 720 Nm, ma anche la possibilità di raggiungere i 350 km/h di velocità massima oppure di coprire lo scatto 0-100 km/h in soli 2.8 secondi. Tutto è merito anche del lavoro della nuova aerodinamica, rivisitata ed ovviamente forte del sistema di aerodinamica A.L.A. e che offre l’1% di resistenza aerodinamica in meno a fronte del 40% di deportanza in più su ogni asse, ma anche della quarta generazione del sistema Haldex di trazione integrale, per giunta con asse posteriore sterzante, e del cambio ISR sequenziale monofrizione a sette rapporti.
Il peso in meno che i progettisti sono riusciti a togliere ha portato ad una distribuzione masse che concentra il 57% del totale – che vede il peso a secco della vettura fermo a quota 1.525 kg ed un rapporto peso/potenza di 1.98 kg/cv – sull’asse posteriore. A rallentare la nuova Lamborghini Aventador SVJ ci pensano enormi dischi freno carboceramici da 400 mm inseriti all’interno dei cerchi da 20″ anteriori, mentre nei più grandi 21″ riservati al posteriore i dischi freno sono da 380 mm. Non ci stupisce credere perciò che questa creazione del Toro sia di un livello tale da aver battuto il crono precedente sugli oltre 20 km di asfalto del notissimo Inferno Verde, durante i quali le sospensioni magnetoreologiche così come lo sterzo ancora più diretto dei modelli precedenti hanno potuto dare il meglio di sè.
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