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Siamo in provincia di Ferrara, a Cento per la precisione. È il 1948: in quest’anno Ferruccio Lamborghini crea la Lamborghini Trattori a seguito dell’acquisto di uno stock di motori. Tuttavia il prestigio del marchio, per come lo conosciamo oggi, arriverà solo diversi anni dopo. La Automobili Ferruccio Lamborghini SpA, infatti, nascerà solo nel 1963 con uno stemma toro ad impreziosire i modelli. La scelta è stata dovuta al fatto che era il segno zodiacale del fondatore. Questa simbologia caratterizzerà praticamente tutta la storia della casa, dato che anche una buona parte di nomi dei modelli sono proprio di tori (Urraco, Espada, Jalpa, Murcielago, Gallardo, Reventón, tanto per citarne alcuni). La produzione ha inizio con la Lamborghini 350 GT, primo modello dell’azienda con sede a Sant’Agata Bolognese.
Realizzata in appena 416 esemplari e costruita tra il 1964 ed il 1968, questa gran turismo sportiva era nata con l’intento di competere con le Ferrari. Lo stesso settore automobilistico Lamborghini era nato quasi per ripicca dello stesso Ferruccio nei confronti di Enzo Ferrari: infatti Lamborghini aveva criticato il cambio ed il differenziale della 250 GT. “Che vuol saperne di macchine lei che guida trattori” era stata la risposta di Enzo, che fece arrabbiare Ferruccio spingendolo a costruire auto sportive pure lui e, nelle sue intenzioni, migliori delle Ferrari. La prima auto della casa italiana aveva un motore V12 da 3.5 litri capace di una potenza di ben 360 cavalli, montato su di un telaio tubolare con sospensioni indipendenti.
Lamborghini Miura
Tuttavia dobbiamo aspettare ancora qualche anno prima dell’arrivo del vero capolavoro dell’azienda. Stiamo parlando della Lamborghini Miura, realizzata in 763 unità tra il 1966 ed il 1973, una gran turismo sportiva a motore centrale, contraddistinta da un design che definire azzeccato è dir poco, dato che viene considerata ancora oggi una delle auto più belle di sempre da parte degli appassionati. Il motore era sempre un V12, ma in questo caso da 3.9 litri: sui primi 275 esemplari la potenza era di 350 cavalli, portata a quota 370 CV nel 1969 dalla versione S (338 esemplari) ed a quota 385 CV nel 1971 con la Miura SV (150 esemplari).
Lamborghini Countach
Anche la sua erede sarà una vettura veramente iconica per la casa: la Lamborghini Countach. Lo stile abbandona le forme morbide in favore di linee nette e spigolose, firmate dalla matita di Paolo Stanzani per Bertone. Il prototipo fu presentato nel 1971, ma la versione di serie sarebbe arrivata solo 3 anni dopo, per restare nei listini fino al 1990. Ancora una volta troviamo dodici cilindri a scalpitare sotto alla carrozzeria, capaci di erogare una potenza massima di 385 CV sulla prima versione, la LP400. Sono numerose le versioni della Countach, ma quella che ricordiamo forse di più è la 5000 Quattrovalvole del 1985, che era dotata di una potenza di ben 470 cavalli, grazie all’adozione del nuovo V12 da 5.2 litri. Tra il 1988 ed il 1990 arriverà anche la bellissima versione celebrativa dei 25 anni della casa: la 25º Anniversario era dotata di molte migliorie, tra cui un’aerodinamica più curata che le faceva superare i 300 km/h di velocità massima.
Lamborghini LM 002
Parallelamente avviene un esperimento da parte di Lamborghini, che presenta la LM 002 nel 1986. Si trattava di un fuoristrada, prodotto in soli 301 esemplari, contraddistinto da dimensioni esterne veramente mastodontiche: lunghezza di 4,90 metri, larghezza di 2,00 metri ed altezza di 1,81 metri. Montava lo stesso motore V12 della Countach 5.2, dotato di una potenza, però di 450 cavalli. A causa dell’aerodinamica tutt’altro che favorevole e del suo peso di 2.600 kg le prestazioni erano solo discrete, con una velocità massima di 210 km/h ed uno scatto da 0 a 100 km/h in 7,8 secondi.
Lamborghini Diablo
La Lamborghini Diablo è la supercar che ha rimpiazzato la Countach nel 1990. Destinata a rimanere in produzione fino al 2001, la Diablo viene costruita in 2.903 esemplari ed a livello estetico possiamo dire che fosse una sorta di evoluzione naturale della sua antenata, dalla quale si ispirava in modo abbastanza evidente. Il motore era un 5.7 litri V12 capace di sviluppare una potenza di 492 CV a 6800 giri/min ed una coppia motrice di 580 Nm a 5200 giri/min, che servivano a giustificare un prezzo di listino di 350 milioni di vecchie lire. Prestazioni veramente interessanti: accelerazione da 0 a 100 km/h in appena 4,09 secondi e velocità massima pari a 325 km/h. Nel 2000 arriverà un leggero restyling, che portò in dote anche un nuovo motore da 6.0 litri con potenza massima di ben 550 cavalli.
In questi anni avviene un evento davvero importante per la casa: nel 1998 la proprietà dell’azienda passa nelle mani della Volkswagen, che mettono a capo Martin Winterkorn (attuale CEO di Volkswagen) nel 2002.
La produzione recente
I due modelli che indubbiamente caratterizzano la produzione più recente dell’azienda sono la Murcielago e la Gallardo. La prima è l’erede della Diablo, che dietro ad uno stile moderno e piacevole, nasconde importanti novità meccaniche. Tanto per cominciare la Murcielago è dotata di trazione integrale, ma anche di un motore V12 da 6.2 litri con una potenza massima di 580 cavalli. La seconda, la Gallardo, rappresenta il tentativo di ampliare – verso il basso – la gamma, con una nuova supercar V10. 500 cavalli e 510 Nm per la “piccola” di casa Lambo.