L’airbag che uccide: nuova vittima in Italia, è emergenza

Un modello di airbag è finito sotto accusa perché invece di proteggere si trasforma in un corpo contundente: scatta l’allarme.

Quando ci si mette al volante di un’auto bisogna sempre avere la certezza del perfetto funzionamento di tutti i dispositivi di sicurezza. In particolare è bene controllare periodicamente che non ci siano problemi con l’airbag, da tanti anni uno dei principali strumenti presenti a bordo delle vetture con l’obiettivo di proteggere i passeggeri dagli urti in caso di incidente stradale.

Airbag in auto
L’airbag che uccide: nuova vittima in Italia, è emergenza – Foto Canva (Allaguida.it)

Tuttavia, nonostante questo dispositivo di sicurezza abbia salvato davvero molte vite, un modello di airbag è finito al centro delle critiche: il suo malfunzionamento, infatti, espone i viaggiatori a pericoli molto elevati. Si tratta degli airbag Takata che si trovano a bordo delle auto Citroen: l’ultima perizia tecnica fa emergere proprio l’estremo rischio che si corre con questo dispositivo.

Il 29 giugno 2024 l’avvocata Simona Blago ha perso la vita in seguito a un incidente sulla Tangenziale Est di Lecce. L’airbag Takata con cui era equipaggiata la sua Citroen C3 non ha svolto la consueta funzione protettiva, ma al contrario si è trasformato in un corpo contundente che ha provocato alla vittima ferite letali tra il collo e il viso.

Airbag assassino: la perizia non mente, ora sono guai

I risultati della perizia hanno fatto emergere che con un airbag correttamente funzionante l’avvocata sarebbe sopravvissuta all’incidente: la conducente, infatti, aveva indosso la cintura di sicurezza e non stava superando i limiti di velocità. Stellantis, gruppo che controlla anche il marchio Citroen, si è difesa affermando di aver inviato ben tre richiami ufficiali alla proprietaria del veicolo – effettivamente emersi dai documenti – per invitarla a sostituire gratuitamente l’airbag Takata in quanto difettoso.

Logo Takata
Airbag assassino: la perizia non mente, ora sono guai – Foto ANSA (Allaguida.it)

Richiami che però sono rimasti inascoltati, dato che la vittima non ha prenotato l’intervento di sostituzione presso un centro autorizzato Citroen. Tuttavia la campagna di richiamo di Stellantis viene definita fallimentare e inadeguata da varie associazioni di consumatori, ovvero Codacons, Adusbef e l’Associazione utenti servizi radiotelevisivi.

Le associazioni mettono in evidenza come il metodo di notifica dei richiami non sia stato efficiente, dato che le comunicazioni sono state inviate a indirizzi non aggiornati. Per farla breve, stando alle associazioni, non è stato fatto tutto il possibile per preservare la sicurezza dell’avvocata e di tutti i proprietari di Citroen C3 e DS3. Ecco perché emerge con forza la necessità di migliorare i protocolli di sicurezza ed evitare che si ripetano tragedie come quella dello scorso anno.

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