Fabio Di Giannantonio, alfiere di punta della squadra VR46, ha raccontato gli attimi di paura vissuti nella tappa corsa in Qatar.
Sul tracciato qatariota si è sfiorato il dramma. La quarta tappa del campionato 2025 sarebbe potuta essere ricordata per un drammatico evento. Jorge Martin, al rientro dopo 3 round saltati per infortunio, è crollato al suolo al nono giro a causa di un passaggio su un cordolo. Il campione del mondo in carica è scivolato e nella sua scia è sopraggiunto Fabio Di Giannantonio. Il pilota romano era, praticamente, nel codone dell’Aprilia quando si è trovato davanti il corpo dello spagnolo.
Il rider di punta del team di Valentino Rossi non ha avuto il tempo di frenare e ha centrato l’ostacolo. Per fortuna non ha colpito un arto o la testa del pilota, ma la zona del costato. Sono stati attimi di paura con il pilota a terra a quattro zampe e i soccorritori nel panico. Sarebbe dovuta essere esposta una bandiera rossa, ma persino i giudici di gara sono andati nel caos. Per un paio di tornate i soccorritori hanno cercato di trasportare lontano dal pericolo l’alfiere dell’Aprilia che non era in grado di muoversi a causa della contusione nella zona del costato.
Il pilota è rimasto scioccato per il crash. Il suo collega, per fortuna, non ha riportato danni irreparabili. Dovrà riposare a lungo per riprendersi dalla rottura di ben 11 costole ma gli arti sono salvi. C’è chi, nella storia, della MotoGP per dinamiche non molto diverse non si è più rialzato. Trasportato in ospedale, dopo una TAC, Martin ha postato delle immagini in ospedale, ringrazio Dio perché sarebbe potuta andare peggio.
Ai colleghi di AS Fabio di Giannantonio ha dichiarato: “Mi sono trovato il suo corpo davanti in un punto in cui andiamo a 160-180-200 km/h e non avevo la possibilità di andare da nessuna parte e così l’ho colpito. A fine gara mi sono fermato subito davanti al suo box perché volevo sapere come stava e mi hanno detto che stava ‘bene’. Mi è venuta la pelle d’oca, è stata la scena più brutta della mia vita. Sono rimasto un po’ sorpreso dal fatto che non avessero esposto la bandiera rossa perché lui è rimasto in pista per qualche giro, ma poi alla fine non è stata necessaria. Ho continuato a spingere per tutta la gara, ma non riuscivo a smettere di pensare a lui, perché avevo paura”.