Questa moto creata dalla famiglia Agnelli è un pezzo unico: non se lo ricorda quasi nessuno ma ha fatto la storia
Quando si pensa alla famiglia Agnelli il pensiero non può che andare alla FIAT e agli storici modelli che hanno reso grande la casa torinese: dalla Uno alla 500, e poi ancora 600, Panda, Topolino, Punto, 127, 126, 124 e molti molti altri veicoli che hanno segnato i decenni del nostro paese e l’industria dei motori italiana. Immaginate, però, se la famiglia Agnelli avesse deciso di virare dal settore delle quattro ruote e investire invece che in quello delle moto: chissà, se invece che un colosso delle automobili, la FIAT fosse diventata un emblema delle due ruote come la Piaggio o la Ducati, oppure un marchio versatile e capace di sfondare su entrambi i settori come per esempio le odierne Honda e BMW.
Quello che molti non sanno, è che questo scenario è stato più vicino al realizzarsi di quanto non si possa pensare. C’è stato un momento infatti dopo la famiglia Agnelli ha effettivamente deciso di investire nella realizzazione di una moto. Una due ruote davvero incredibile e all’avanguardia, che aveva tutte le carte in regola per sfondare sul mercato.
La moto targata FIAT
Era il 1948, e di li a poco la FIAT sarebbe diventata un simbolo del boom economico e della rinascita del nostro paese nel dopoguerra. Il genio nelle fabbriche e nelle stanze dei comandi della casa torinese era in pieno fermento e si preparava al meglio che doveva ancora arrivare.
Tra i diversi progetti di quegli anni, nacque però anche una moto che avrebbe potuto cambiare per sempre la storia della FIAT. Salvatore Maiorca e Angelo Blatt lavorarono alla Moto Major, una due ruote davvero splendida per l’epoca. Linee morbide, carrozzeria monoscocca, nessun meccanismo o componente del motore in vista lasciando spazio all’eleganza e alla cura nel design. Anche dal punto di vista delle sospensioni il modello era un vero gioiello, con dodici piccoli ammortizzatori nei cerchi a collegare i mozzi. Questa moto aveva un motore monocilindrico da 14 cavalli, con un cambio a quattro marce.
Il modello ebbe un buon successo di pubblico e critica quando venne mostrato al Salone di Milano del ’48, ma nonostante questo FIAT, forse frenata dalla paura di un flop di mercato, decise di non produrre il modello e lasciarlo come pezzo unico. Chissà come sarebbe cambiata la storia dell’azienda torinese se si fosse deciso di portare a termine il progetto.