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La Lamborghini che fa orrore agli appassionati: com’è fatta e perché non piace

Prendete una delle Lamborghini più iconiche di tutti i tempi e trasformatela in una vettura a dir poco discutibile in stile Fast and Furious. Ecco quali possono essere le conseguenze.

Nell’immaginario collettivo la prima vera Lamborghini estrema è arrivata negli anni ’70. La pietra miliaria del successo di Ferruccio è stata la Miura, ma la supercar che poi ha influenzato lo stile ad esagono ed Y dei futuri gioielli del toro è stata la Countach. Lo scenario dell’epoca è quello di una lotta interna all’Emilia Romagna con il rivale Enzo Ferrari.

Novità Lamborghini – allaguida.it

L’imprenditore di macchine agricole voleva stupire il mondo e in occasione della kermesse svizzera, a Ginevra, fece cadere i veli su un’auto che sembrava arrivare da un altro pianeta. Era il 1971 ma il concept era 50 anni avanti a tutti i competitor. Se pensate alla lista di gioielli che sono arrivati in seguito, dalla Diablo sino alla modernissima Revuelto, sono state tutte ispirate dalle linee tese e spigolose della Countach. La vettura divenne un simbolo della sportività senza compromessi della casa del Toro.

Negli anni ’80 la Countach era diventata l’auto dei sogni anche in America. Purtroppo i problemi finanziari successivi limitarono le idee di Ferruccio, ma la supercar di punta del brand rimase in produzione sino al 1990. Quasi 20 anni di lavori la resero sempre più guidabile e sicura.

Rispetto ad altri modelli Lamborghini, il nome Countach non traeva origine da un famoso toro, ma dall’espressione piemontese “contacc! “, come annunciato all’epoca dallo stesso Gandini, che sta in dialetto per “contagio, ma rappresenta anche la meraviglia.

A rendere unica la vettura era la concezione racing che impregnava ogni singolo dettaglio. Le portiere, ad esempio, si aprivano verso l’alto come le auto da corsa. L’idea nacque da una necessità pratica perché l’entrata e l’uscita dalla bassissima supercar era molto difficoltosa.

Grazie alla facile soluzione, invece, in caso di parcheggio a pettine non vi erano patemi. Il telaio leggerissimo per l’epoca consentiva di ridurre il peso sulla bilancia. Le parti inferiori della carrozzeria della Countach erano realizzate in fibra di vetro. Presentava, inoltre, un sistema di pannelli trapezoidali di alluminio.

Lamborghini, cambio di rotta per la Countach

La prima versione della Countach vantava il motore da 3.929 cm³ della Miura. LP stava per il posizionamento longitudinale posteriore del motore, mentre 400 annunciava la cilindrata. La Countach poteva spingeva forte, grazie ad una potenza di 375-385 CV DIN (280-287kW) a 8.000 giri al minuto. La top speed dichiarata era di 315 km/h. Andare a toccare un mostro sacro del genere può rappresentare un autentico sacrilegio per gli appassionati di auto.

I preparatori di Liberty Walk hanno voluto cambiare le carte in tavola, trasformando un iconico modello di Countach. Il frontale aggiornato presenta uno splitter anteriore prominente e una fascia inferiore con una maglia rettangolare che separa tre aperture, conferendo al muso un aspetto squadrato. La bocca è più lunga e prominente con i canardi su entrambi gli angoli che si uniscono, in modo non brillante, nella svasatura allargata dei parafanghi.

La sezione modificata non ha entusiasmato, ma l’aspetto più curioso sta nelle fiancate della Countach.  Presentano, infatti, dei brancardi inferiori più ampi che corrono tra i parafanghi allargati. Liberty Walk ha avuto anche l’idea di creare un’apertura davanti alle ruote posteriori. Questa Countach 25° Anniversario modificata apparirà anche più cattiva, ma perde di fascino anche nella zona posteriore con l’ampio spoiler.

Equipaggia, inoltre, cerchi Rohana Forged di colore scuro, con razze a Y e pneumatici Toyo. Forse l’elemento migliore in quanto in linea con i disegni a Y che, da sempre, caratterizzano lo stile delle supercar del Toro. Date una occhiata al video in alto e, in attesa del lancio nella kermesse giapponese, vi lasciamo alle immagini proposte sul canale ufficiale Liberty Walk.

Davide Russo

Laureato in Giurisprudenza, appassionato delle leggi dei motori. Ho iniziato a collaborare con diversi web magazine italiani, spaziando dal Motorsport all’Automotive, con un occhio alle innovazioni e l’altro alle curiosità storiche. Il pensiero che è diventato il mio stile di vita? “I believe that everyone has a calling, motorsport is my true passion!”.

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