John Elkann (Ansa/Pixabay) - Allaguida.it
Il gioiello della corona di John Elkann è senza ombra di dubbio la Ferrari. La Casa di Maranello, infatti, gli frutta tantissimo.
Quando nel 2021 fu fondata Stellantis, servì per l’appunto a dare un perimetro societario alla fusione tra il Gruppo FCA e quello PSA. Una scelta caldeggiata da John Elkann, rimasto solo al comando del colosso italo-americano dopo la prematura morte di Sergio Marchionne. In quell’operazione però fu fatta una scelta ben precisa e riguarda la Ferrari. Spesso c’è molta confusione su questo aspetto.
Ebbene Ferrari non è più di FIAT, ma non da ora, bensì da anni. Sino al 2015 il Cavallino Rampante faceva parte di FCA, quindi in un certo senso era ancora sotto il controllo di FIAT. A partire dal 2016 Ferrari, che nel frattempo era finita sotto il controllo di Ferrari N.V. società olandese che la controlla viene scorporata da FCA per passare ad Exor.
Elkann ha deciso di tenere sempre fuori Ferrari da ogni tipo di discorso per quanto concerne la fusione PSA-FCA, perché il Cavallino Rampante è uno dei pochi marchi che non conosce crisi da anni. Ha numeri in costante crescita ed è diventato il gioiellino della famiglia Agnelli da tempo.
Secondo quanto riportato da Milano Finanza però c’è anche qualche motivo in più a spingere Elkann a puntare così tanto su Ferrari. A quanto pare, infatti, nel 2024, il nipote dell’Avvocato avrebbe ricevuto un bonifico da Maranello pari a 2,6 milioni di euro, in aumento rispetto all’anno precedente dove i compensi totali erano stati di “soli” 2,39 milioni di euro.
Per quanto concerne il compenso di John Elkann, lui ha una base di 500mila euro, ma in tal senso hanno giocato un ruolo chiave i vari incentivi. In questo conteggio però non sono conteggiati i fringe benefit esclusivi dedicati di cui può godere lo stesso Elkann. Stiamo parlando di aerei aziendali, auto con autista e consulenze personalizzate per un totale che ammonta a circa 72mila euro.
Insomma Ferrari per Elkann è sicuramente una gallina dalle uova d’oro, molto più di Stellantis, che ha marchi che vendono e marchi che non vendono. In questo momento il marchio di Maranello sembra una pallina su un piano inclinato, la sua crescita è inarrestabile.