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Prova su strada della Jeep Renegade 2.0 Multijet 140 CV 4×4 Limited con cambio automatico. Il segmento dei SUV compatti è uno dei più cruciali al momento, considerando non solo la situazione ad oggi, ma anche il fatto che negli ultimi anni sono riusciti a ritagliarsi una fetta di mercato sempre maggiore. La Renegade vuole insinuarsi in questo affollatissimo settore differenziandosi dalla massa, innanzitutto dal punto di vista stilistico, con forme squadrate e tipicamente Jeep, ma anche per una vocazione decisamente più affine al mondo dei fuoristrada che a quello dei crossover. Ed è anche interessante perchè si tratta della prima Jeep “italiana”, progettata sotto la guida della Fiat e costruita nello stabilimento Fiat SATA di Melfi.
Estetica del Renegade
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Abbiamo proprio presentato la Jeep Renegade per la sua estetica di rottura rispetto allo stile del segmento, ora andiamola a vedere più nel dettaglio. Anche se a prima vista può non sembrare così, vedendola da vicino ci si rende conto di quanto sia alta e, in un certo senso, possente. Le forme squadrate la rendono inconfondibile nel traffico, tanto che alcune volte la gente si gira per guardarla. Il muso è molto alto e dotato di una bombatura centrale, ben visibile anche quando si è seduti a bordo, mentre la mascherina anteriore mostra le classiche feritoie verticali (sette), marchio di fabbrica della casa di Toledo (Ohio). Sulla versione Limited, la mascherina è di colore grigio argento metallizzato, a nostro avviso più carina, mentre per la Longitude e per la Trailhawk è di colore nero. I fari anteriori sono tondi, ma il cofano copre leggermente la parte superiore, dandole uno sguardo più aggressivo; la fanaleria posteriore, invece, è molto originale grazie alla grafica interna ad X. I passaruota bombati e il bordino nero che li percorre non fanno altro che aumentare l’impressione di altezza da terra.
Interni moderni per il Jeep Renegade
La Jeep Renegade in prova è dotata di interni in pelle di colore bianco che, lasciatecelo dire, sono di sicuro impatto estetico. Colpiscono immediatamente l’occhio i tanti accenti di color arancione, che per certi versi danno freschezza all’interno, ma che ad alcuni potrebbero risultare antipatici. Sempre sull’onda della simpatia possiamo anche citare i numerosi loghi a forma di musetto di Jeep stilizzato sparsi qua e là, come ad esempio sui pannelli porta all’altezza degli altoparlanti o sul pannello del portellone posteriore. Ma parliamo più della sostanza: la plancia è minimalista nello stile, con una consolle centrale ridotta giusto al pannello del climatizzatore ed al sistema multimediale UConnect, rivestita su tutta la parte superiore in plastica morbida molto piacevole al tatto, una plastica che potremmo definire “alla tedesca”. Peccato, invece, che i pannelli porta siano in plastica rigida, ma si può chiudere un occhio visto il bell’inserto in pelle. La qualità degli assemblaggi è buona (danno l’impressione di solidità) ed è anche positivo il parere dopo un’analisi sulla realizzazione delle finiture. I sedili sono spaziosi e confortevoli e lo spazio a bordo, anche dietro, è abbondante; da segnalare l’assenza di bocchette per l’aria per i posti dietro, un dettaglio che noteranno in pochi probabilmente.
Dimensioni compatte e bagagliaio discreto per il Renegade
Abbiamo detto che la Jeep Renegade è molto alta e, andando a vedere le dimensioni, capiamo subito che la nostra impressione è corretta: sono ben 170 i centimetri in altezza, circa 25 in più rispetto ad una normale berlina. La lunghezza, invece, è di 4,26 metri, non eccessiva, tanto da renderla comoda anche per un uso cittadino. La larghezza e il passo sono, rispettivamente, di 1,81 e 2,57 metri.
Il bagagliaio della Jeep Renegade, rivestito in morbida moquette molto piacevole al tatto, ha una capienza che spazia da un minimo di 351 litri, per arrivare fino ad un massimo di 1297 litri abbassando il divanetto posteriore.
Scheda tecnica del Renegade: motori, prestazioni e consumi
La Jeep Renegade è italiana per quanto riguarda il pianale. Sì, perchè sotto a quella carrozzeria che fa tanto Yankee si nasconde la piattaforma della Fiat 500X, a sua volta appositamente derivata da quella della Fiat 500L. Lo schema sospensivo prevede un MacPherson all’anteriore, soluzione diffusissima anche per vetture di segmento superiore, mentre è interessante l’adozione di sospensioni indipendenti anche al posteriore, sempre con schema MacPherson. Questo è un notevole pregio parlando sia di handling che di comfort, specialmente considerando che tante concorrenti hanno il ponte torcente dietro.
Per quanto riguarda i motori, in Europa c’è il 1.4 MultiAir turbo benzina da 140 e 170 cavalli di potenza massima affiancato dal 1.6 E-TorQ Evo da 110 cavalli.
Ultimo in ordine di debutto un cambio robotizzato doppia frizione a sei marce, un DDCT dedicato al momento solamente alla versione 1.4 Turbo benzina da 140 cavalli di potenza.
L’offerta dei diesel, l’unità certamente preferita da noi e in Europa in generale, è più ampia. Cominciamo con il 1.6 Multijet proposto negli step da 95, 105 e 120 cavalli quest’ultimo a 4000 giri/min e 320 Nm di coppia, sufficienti ad accelerare da 0 a 100 km/h in 10,2 secondi e a toccare i 178 km/h di velocità massima, il tutto con un consumo medio dichiarato di 4,6 litri per 100 km. L’altro motore a gasolio è il 2.0 litri Multijet, proposto negli step di potenza da 120, 140 e 170 cavalli, tutti con 350 Nm di coppia motrice. Lo scatto da 0 a 100 km/h è coperto, rispettivamente, in 9,6, 9,5 e 8,9 secondi, con velocità massime di 176, 182 e 196 km/h. Jeep dichiara un consumo medio di 5,1 litri/100 km per le prime due versioni e di 5,9 litri/100 km per la 170 CV.
Ultimo arrivato in listino il motore BiFuel benzina/Gpl per il Renegade. Troviamo sotto al cofano un’unità 1.4 Turbo da 120 cavalli di potenza massima capace di toccare i 178 chilometri orari di velocità massima con scatto da 0 a 100 in 11 secondi netti e consumi dichiarati in 11 chilometri con un litro con emissioni di 148 grammi di CO2 per chilometro.
Jeep Renegade: la prova su strada
E’ tempo di iniziare il test drive della Jeep Renegade. Mettendosi al posto di guida non si può far a meno di apprezzare, come primo dettaglio, la posizione di guida molto rialzata: si guida decisamente più in alto che in un’auto normale, ma anche più in alto di tanti dei crossover che girano ultimamente. Trovare la giusta posizione è semplice, merito delle buone regolazioni di volante e sedile. La versione da noi provata è ricca di accessori, si tratta della 2.0 Multijet 140 cavalli 4×4 versione Limited con cambio automatico a 9 marce. L’avviamento è keyless, a pulsante, e dopo aver premuto il bottone il quadro strumenti si avvia con le lancette che fanno il classico check, andando a fondo scala e poi tornando indietro. Fin dai primi chilometri percorsi abbiamo avuto modo di apprezzare sia l’eccellente lavoro del cambio automatico, che è sempre veloce nei passaggi di marcia, ma anche in grado di assecondare alla perfezione il vostro stile di guida. Molto buona anche la modalità manuale, che vi permette una maggiore libertà nella selezione delle marce, anche se, visto il tipo di auto e la guida che ne consegue, quasi sicuramente dopo poco vi verrà voglia di tornare all’automatico.
Dobbiamo spendere parole di elogio anche per lo sterzo, con servoassistenza elettronica, veramente ben studiato e tarato. Il comando è leggero quanto basta alle basse andature, per farsi molto più diretto aumentando la velocità, garantendo anche un livello di precisione che francamente non ci aspettavamo. Abbiamo provato la Renegade anche in strade di montagna, tutte curve, provando a portare al limite il mezzo: pur trattandosi di uno stile di guida che non si addice certo ad un SUV, la “piccola” Jeep ha dalla sua un’ottima tenuta di strada, che si combina ad un rollio piuttosto contenuto. In curva l’assetto è leggermente sottosterzante, anche se grazie alla trazione integrale la motricità del posteriore dà sicurezza e al tempo stesso permette di chiudere le curve con un compotamento neutro del mezzo. In tutto questo il 2.0 Multijet sembra il motore ideale per il tipo di auto che, grazie ai suoi 140 cavalli e soprattutto ai 350 Nm, ha sempre la prontezza di riflessi e la giusta grinta per permettervi riprese brillanti ed accelerazioni vigorose. Anche a pieno carico non è per niente affannato e riesce a spostare con scioltezza i 1.505 kg della Renegade.
Ma cambiamo completamente ambiente, portandola in città sembra sempre a suo agio. La guida alta vi dà una sensazione di sicurezza, anche se agli inizi vi serviranno un po’ di giorni per farci l’occhio con gli ingombri, specialmente quelli del muso. Grazie alla lunghezza non troppo esagerata non è nemmeno difficile da parcheggiare in città, anche se visti gli ampi montanti posteriori ed il lunotto piccolo, vi consigliamo caldamente di prenderla con i sensori di parcheggio.
Comfort, 4×4 e consumi reali
Parliamo di comfort. La Jeep Renegade ha una taratura delle sospensioni confortevole, che non vi farà sentire troppo sia le buche (onnipresenti sulle strade italiane), sia i dossi dissuasori. A contribuire al comfort è anche la buona insonorizzazione, mentre la rumorosità del motore non è eccessiva, con un isolamento acustico dell’unità discreto, anche se volendo ci sarebbero margini di miglioramento in questo senso. In autostrada, ad esempio, si viaggia a velocità da codice senza avere troppo rumore nell’abitacolo. In generale la Jeep Renegade ci ha ricordato molto come guida la sorella maggiore Jeep Cherokee, sia per posizione del sedile, sia per le sensazioni in termini di motore, cambio e sterzo. Questo non ci stupisce nemmeno troppo, visto che anche la Cherokee monta il medesimo 2.0 litri diesel e lo stesso cambio ZF a nove marce.
Ma la Renegade si differenzia dalle concorrenti anche per la sua anima maggiormente fuoristradistica. Non è tutto fumo e niente arrosto: oltre alla trazione integrale, c’è anche una rotella sulla plancia che vi permette di selezionare tra quattro diverse modalità di guida: Auto, Snow, Sand e Mud, a seconda del terreno che dovrete affrontare. Sempre tramite pulsanti sulla plancia si può scegliere l’assistenza alla guida in discesa su fondo sterrato e sconnesso, che mantiene una velocità precedemente impostata, oppure si può optare per il 4×4 Lock, ossia permanente. E se pensate di farne un uso fuoristradistico più intenso, date un’occhiata alla versione Trailhawk, che include paraurti specifici che migliorano gli angoli di attacco e di uscita, ed include modalità specifiche per la guida in offroad.
Chiudiamo il discorso parlando dei consumi. Con una guida attenta, abbiamo tenuto come media un consumo che va dai 12 ai 13 chilometri con un litro, un valore nella media per un SUV 2.0 diesel 4×4 e cambio automatico. In città il consumo è destinato a salire, mentre in extraurbano si riesce a risparmiare parecchio.
Accessori del Renegade
Visto che la Renegade in prova era piena zeppa di accessori, dedichiamo qualche riga a parlarne. Prima di tutto vogliamo spendere alcune parole sul sistema multimediale UConnect, condiviso da molti altri modelli del gruppo FCA. Si tratta della versione con navigatore satellitare e schermo da 6,5 pollici, che fin dai primi momenti di utilizzo risulta intuitivo e ben realizzato sotto tutti i punti di vista. La risoluzione è di buona qualità, così come è ottimo anche l’impianto audio a lui collegato. L’interfaccia Bluetooth con il telefono è ben realizzata e la qualità delle chiamate è ineccepibile; la navigazione funziona anche bene, ma se si sente la mancanza delle possibilità di scorrimento e ingrandimento della mappa con l’uso delle dita.
Tra i tanti sistemi di sicurezza attiva e passiva, parliamo di due in particolare, entrambi di serie. Il Lane Departure Warning Plus è il sistema che vi avvisa se superate involontariamente la linea di carreggiata, molto utile se state guidando di sera o di notte in autostrada, mentre risulta un po’ spiacevole nella guida in città, dato che per lui è “involontario” qualunque superamento della striscia senza l’attivazione della freccia. Utilissimo anche il Forward Collision Warning Plus, che frena automaticamente la vettura alle basse velocità se riconosce l’imminente pericolo di tamponamento. Un aiuto prezioso considerando che in città i piccoli tamponamenti sono gli incidenti più diffusi.
Listino prezzi del Renegade
Benzina:
Jeep Renegade 1.6 E-TorQ Evo 110 cavalli Sport 20.900 Euro
Jeep Renegade 1.6 E-TorQ Evo 110 cavalli Longitude 23.000 Euro
Jeep Renegade 1.4 Turbo MultiAir 140 cavalli Longitude 24.500 Euro
Jeep Renegade 1.4 Turbo MultiAir 140 cavalli Limited 26.100 Euro
Jeep Renegade 1.4 Turbo MultiAir 140 cavalli DDCT Longitude 26.300 Euro
Jeep Renegade 1.4 Turbo MultiAir 140 cavalli DDCT Limited 27.900 Euro
Jeep Renegade 1.4 Turbo MultiAir 170 cavalli Limited 4WD automatica 31.500 Euro
Diesel:
Jeep Renegade 1.6 Multijet 95 cavalli Sport 22.800 Euro
Jeep Renegade 1.6 Multijet 105 cavalli Business 25.500 Euro
Jeep Renegade 1.6 Multijet 120 cavalli Longitude 25.500 Euro
Jeep Renegade 1.6 Multijet 120 cavalli Limited 27.100 Euro
Jeep Renegade 1.6 Multijet 120 cavalli Business DDCT 27.300 Euro
Jeep Renegade 1.6 Multijet 120 cavalli Limited DDCT 28.900 Euro
Jeep Renegade 2.0 Multijet 120 cavalli 4WD Sport 25.600 Euro
Jeep Renegade 2.0 Multijet 140 cavalli 4WD Longitude 28.300 Euro
Jeep Renegade 2.0 Multijet 140 cavalli 4WD Limited 29.900 Euro
Jeep Renegade 2.0 Multijet 140 cavalli 4WD Upland automatica 30.900 Euro
Jeep Renegade 2.0 Multijet 140 cavalli 4WD Limited automatica 32.300 Euro
Jeep Renegade 2.0 Multijet 170 cavalli 4WD Trailhawk Automatica 33.800 Euro
Jeep Renegade 2.0 Multijet 170 cavalli 4WD Deserthawk Automatica 37.100 Euro
Gpl:
Jeep Renegade 1.4 Turbo 120 cavalli Longitude 24.750 Euro
Jeep Renegade anche per neopatentati
Jeep Renegade 1.6 Multijet 95 cavalli Sport 22.800 Euro