La mobilità sostenibile passa attraverso gli incentivi auto, statali e regionali: ecco quelli ancora in vigore e cosa possiamo aspettarci
Era da almeno quattro anni, causa pandemia e crisi economica, che le maggiori città italiane non si svuotavano in maniera così massiccia come quest’estate. Ma ora che tutti sono tornati a lavorare e che riprenderanno le scuole, tornerà di moda il problema dell’inquinamento e torneranno anche di attualità gli incentivi auto, statali e regionali.
L’aria dell’Italia è inquinata, non esistono eccezioni anche se le percentuali sono diverse da regione a regione. In più è obbligatorio rispettare i paletti imposti dall’Unione Europea e che potrebbero portare entro il 2035 allo stop di auto a benzina e diesel. Al momento solo un’ipotesi, osteggiata in parte anche dalle Case che stanno cercando soluzioni alternative al solo elettrico, troppo costoso.
Non ci sono invece alternative alla ricerca delle emissioni zero e di una mobilità più sostenibile nel nostro Paese. Lo ha sottolineato ancora di recente (il 6 settembre) il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante un Question Time alla Camera. Tema portante era il blocco eventuale degli Euro 5 in Piemonte, che è stato scongiurato.
Ma il problema generale rimane, anche perché come ha spiegato il ministro in Italia circolano con regolarità ben 11 milioni di mezzi da Euro 0 a Euro 3, quindi più inquinanti di tutti. Per questo motivo l’operazione più urgente da fare è svecchiare il parco macchine, furgoni, camion ma anche mezzi pubblici in Italia.
“Nel quadro dell’accordo del tavolo automotive – ha ribadito Urso – è nostra intenzione aumentare gli incentivi per consentire a chi ne ha veramente bisogno. Stiamo parlando dei possessori di auto 0-1-2-3, in modo da poter migliorare il parco circolante”. Quindi un doppio binario, quello di sostenere i consumi degli italiani ma anche la produzione industriale.
Come fare in concreto già a settembre? Una parte di fondi c’è già, circa 360 milioni di euro inutilizzati finora negli incentivi statali destinati al settore. Una larga parte della cifra era destinata all’acquisto delle vetture elettriche, ma non è stata richiesta e quindi utilizzata. Quasi sicuramente sarà dirottata quindi sull’acquisto di modelli ICE Euro 6 e sulla rottamazione di quelle pre Euro 4, per smuovere il mercato e le scelte degli automobilisti.
Il secondo passo, quello più importante, sarà però riconfermare o ancora meglio potenziare gli incentivi auto che il governo aveva previsto per il 2023 anche il prossimo anno. In realtà dovremo aspettare la legge di Bilancio 2024, quindi la fine di dicembre per avere una risposta definitiva. L’idea di fondo però sembra essere quella di continuare sulla strada già tracciata in precedenza, anche con l’ultimo esecutivo Draghi.
Ad inizio 2023 in effetti erano disponibili incentivi statali per l’acquisto di auto e motocicli non inquinanti. Ma una parte è andata esaurita in poche settimane, quella per le auto benzina e diesel. Al contrario, però, per le ibride plug-in e ancora di più per le elettriche i fondi sono rimasti per grande parte inevasi e quindi è possibile aspettarsi una rimodulazione delle cifre.
Il Parlamento aveva apprvato la copertura in totale per i bonus auto 2023 di 630 milioni di euro. Una cifra complessiva destinata all’acquisto di veicoli non inquinanti di categoria M1 (autoveicoli), L1e-L7e (motocicli e ciclomotori) e N1 e N2 (veicoli commerciali).
La divisione era questa:
Non solo incetivi però, ma anche regole da rispettare per la richiesta. In particolare il prezzo delle auto elettriche e ICE nella fascia 0-20 g/km e 61-135 g/km deve essere pari o inferiore a 35.000 euro, accessori compresi, ma IVA, IPT e messa su strada escluse. Invece i prezzo delle auto ibride plug-in nella fascia 21-60 g/km invece deve essere pari o inferiore a 45.000 euro (sempre accessori compresi ma IVA, IPT e messa su strada escluse).
Tra i veicoli rottamabili sono compresi tutti i modelli con classe di emissione inferiore a Euro 5, indipendentemente dalla data di immatricolazione. Inoltre il mezzo deve risultare intestato all’acquirente oppure a un suo familiare convivente da almeno 12 mesi. Infine c’è l’obbligo di mantenere la proprietà del veicolo acquistato con gli incentivi 2023 per almeno 12 mesi.
E le somme massime per acquistare un modello con gli incentivi auto 2023?
In Italia al momento non solo soltanto disponibili gli incentivi auto statali. Alcune Regioni, non solo quelle a Statuto Speciale, infatti hanno previsto nei loro bilanci cifre per sostenere le spese degli automobilisti. Servono a svecchiare il parco macchine e veicoli commerciali circolanti sulle loro strade.
In particolare la Lombardia ha inserito a bilancio una serie di agevolazioni per i suoi residenti che integrano quanto previsto a livello nazionale. Per accedervi è necessario rottamare un’auto alimentata a benzina fino alla classe Euro 2 inclusa oppure a gasolio fino alla classe Euro 5 compresa.
C’è anche la possibilità di ottenere l’incentivo senza rottamazione, ad una cifra chiaramente più bassa. In questo caso però esiste anche l’obbligo di acquistare un’auto elettrica al 100 per cento oppure alimentata a idrogeno. La procedura era gestita direttamente dal concessionario. Gli incentivi partono da 4.000 euro per le auto totalmente elettriche per scendere fino a 1.500 euro per un veicolo diesel Euro 6D, ma con emissioni di CO2 inferiori a 120 g/km.
Discorso simile anche in Sicilia, per eliminare dalla circolazione i veicoli da Euro 0 fino ad Euro 3 in base agli standard ambientali. Gli incentivi quindi sono per l’acquisto di nuovi veicoli elettrici e ibridi completi con una classe ambientale Euro 6, cumulabili con l’ecobonus nazionale. Un massimo di 5.000 euro per l’acquisto di veicoli elettrici e 2.500 euro per veicoli ibridi completi.
Incentivi che saranno sbloccati anche in Piemonte, dopo il fresco rinvio di almeno un anno della controversa norma per il blocco dei veicoli diesel Euro 5 in 76 comuni della regione.