Qualcuno che oggi magari è diventato nonno ricorderà la pubblicità di più di quarant’anni fa della Fiat Panda. Il mondo era del tutto diverso, quante lacrimucce.
Fiat Panda, chi non ne ha mai guidata una? Anche chi non l’ha avuta, persino chi non aveva la patente allora e magari non ce l’ha neppure oggi, conosce questa utilitaria. La quale fa parte di un drappello di auto iconiche realizzate dalla famosa azienda torinese. La Fiat 500 vecchia, prima serie, risale al 1957.
Ed anche quella moderna, concepita nel 2007, si è ritagliata la sua fetta di affezionatissimi. Poi ci sono la Fiat 126, la Fiat Punto, la Fiat Regata e la Bravo, totalmente stravolta nella sua nuova iterazione risalente ad una dozzina di anni fa. Ma come la 500 e la Panda nessuno. Sono queste le vetture della Fabbrica Italiana Automobili Torino alle quali la gente è più affezionata.
E relativamente alla Panda, questa piccola grande automobile è rimasta in produzione per ventitré anni. Dal 1980 al 2003. Famosa è anche la sua versione 4×4, con un motore a trazione integrale che rendeva quella vettura capace di arrampicarsi su qualsiasi pendenza, come fosse uno stambecco.
Nel 1981 la Fiat Panda arrivò seconda nella corsa di macchina dell’anno, che vide prevalere la Ford Escort (macchina che poi ha partecipato a diversi mondiali di rally, n.d.r.) per solo 18 votazioni. Già così fu comunque un ottimo risultato.
Quanto costa una Panda d’epoca?
Nel 2003 poi non è che il nome Panda sia sparito; semplicemente è entrata in produzione una nuova e più moderna versione. Ma ai tempi la Panda originale, prodotta in diversi modelli per i ventitré anni precedenti e che presentava ogni volta dei correttivi e dei miglioramenti, era ampiamente considerata.
Lo testimonia un vecchio spot pubblicitario andato in onda sulle principali reti televisive italiane nel 1981. Al suo secondo anno di vita, la Fiat Panda veniva descritta come “grande”, pur essendo sostanzialmente non di grosse dimensioni. Lo era probabilmente per gli standard di allora, quando non esistevano certo i Suv molto diffusi oggi, tanto per fare un paragone.
La Panda era stata progettata dalla Italdesign di Giorgetto Giugiaro. Quest’ultimo la concepì per esprime al meglio la volontà di volerla proporre al prezzo più basso possibile sul mercato. Avrebbe dovuto ereditare lei il titolo di auto del popolo dopo la 500. E si può dire che ci riuscì.
Quarant’anni fa c’erano meno persone patentate e meno auto in circolazione. Alla fine del suo ciclo vitale, la prima Panda piazzò quasi sei milioni di vetture, stando ai più recenti dati aggiornati. Montava un motore bicilindrico da 652 cm³ evoluto poi in uno da 900 cm³ da 45 cv. L’ultima versione era migliorata ulteriormente, con un 4 cilindri da 54 cv e 1,1 litri. Oggi gli esemplari tenuti come nuovi possono arrivare anche a 9mila euro.
Altrimenti possono bastare alcune centinaia di euro per una vettura da rimettere però in sesto sul piano dell’affidabilità. La pubblicità dei primissimi anni Ottanta (siamo nel 1981 per la precisione) metteva in risalto tutte le qualità della neonata Panda. Comoda, pratica, adatta a tutti, uomini e donne di qualunque età, e per qualunque situazione. Era descritta come affidabile sia per i tragitti di breve durata che per i viaggi più lunghi.
Questo spot, pur con qualche stereotipo di troppo (ma all’epoca non ci si faceva caso, ed erano altri tempi, più genuini, un po’ meno attenti ma decisamente meno esasperati e non forzatamente woke rispetto ad oggi) oggi può sembrare teneramente ingenuo. Ma allora riuscì a lasciare il segno e ad essere efficace. Magari qualcuno con qualche anno in più sulle spalle se lo ricorda ancora bene.
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