Anche le case automobilistiche hanno deciso di impegnarsi a favore dell’ambiente. E non solo con la conversione della produzione verso una mobilità elettrica e sostenibile, ma anche con vere e proprie campagne di sensibilizzazione rispetto alle tematiche ambientali. L’ultima importante iniziativa parte da Hyundai, che, insieme all’organizzazione Healthy Seas, supporta un’attività di esplorazione e conservazione dei fondali marini vicino a Lampedusa.
Le reti da pesca diventano gli interni della Hyundai IONIQ 5
Oltre a combattere l’inquinamento degli oceani, il progetto si pone anche in una prospettiva circolare. Infatti, le reti da pesca abbandonate sui fondali marini saranno impiegate per realizzare gli interni delle vetture Hyundai. In un primo momento, le reti da pesca in nylon verranno acquisite dall’organizzazione partner Aquafil, che provvederà a pulirle, selezionarle e riciclarle, dando vita un nuovo materiale chiamato ECONYL, un filato che può essere riciclato all’infinito. Questo stesso materiale verrà poi impiegato per realizzare i rivestimenti interni della nuova Hyundai IONIQ 5.
Insieme per la salute dei mari
Grazie alla collaborazione con Hyundai, Healthy Seas ha potuto espandere i suoi programmi in tutta Europa, con un’attività di pulizia a Itaca, in Grecia, e a Lampedusa, in Italia. Seguiranno progetti in Norvegia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi, Spagna e Francia, nel Mare del Nord e nel Mar Mediterraneo.
L’organizzazione si occupa anche di gestire programmi educativi presso le scuole locali per insegnare ai giovani studenti l’importanza di mantenere puliti gli oceani del mondo. Inoltre, collabora con pescatori, allevamenti ittici e comunità locali per evitare che le reti finiscano in discariche a cielo aperto o disperse nell’ambiente.
“Ristabilendo un sano rapporto con la natura, Hyundai intende migliorare il benessere delle persone“, si legge in un comunicato dell’azienda. Infatti, attraverso la collaborazione con Healthy Seas, “Hyundai non solo punta a garantire un ambiente più pulito per le prossime generazioni, ma anche a dare forma a un futuro sostenibile per le comunità con cui lavora“.