C’è un grande marchio, famoso soprattutto nel mondo del motorsport, che sta vivendo un periodo decisamente complicato a livello finanziario.
La pandemia ha messo in ginocchia migliaia di aziende, ma in questi tre anni la situazione, seppur a piccoli passi, è tornata quasi ai livelli di un tempo. C’è però ancora chi sta faticando in maniera importante a ritrovare un equilibrio. Nel mondo delle auto poi, al di là delle grandi case, per quelle più piccole i problemi stentano ad andarsene. E non basta avere il nome per poter risolvere la situazione. E’ notizia proprio di qualche giorno fa di un noto marchio che sta vivendo una delle sue fasi più delicate della storia.
Stiamo parlando della McLaren, che sta vivendo una crisi di liquidità senza precedenti. E come riporta il Sole 24 Ore, ha chiesto nuovamente soccorso finanziario al fondo arabo del Bahrain per risolvere momentaneamente la situazione. E questo ha risposto presente, immettendo nel capitale dell’azienda ulteriori 80 milioni di sterline.
Un momento delicato che arriva quando l’azienda festeggia i suoi 60 anni di attività, onorati sia in F1 che anche con la produzione di auto ad hoc, come la 750S coupé e spider, che sarà prodotta in soli sei esemplari già venduti. Una macchina che presenta una verniciatura speciale realizzata dagli esperti tecnici di verniciatura della McLaren Special Operations (MSO), che ricorda le vittorie a Indianapolis, Montecarlo e Le Mans, ovvero la tripla corona dell’automobilismo.
McLaren, un marchio in crisi
E pensare che la scuderia è in decisa crescita in termini di risultati. In F1, dopo un inizio decisamente deprimente, ha chiuso in grande ascesa tanto che si candida nel 2024 a un ruolo da protagonista insieme a Red Bull, Mercedes e Ferrari. Anche perché proprio nei giorni scorsi ha rinnovato la sua partnership proprio con Mercedes, che fornirà i motori fino al 2030. Inoltre ha ricevuto proprio nelle scorse ore la notizia che nel 2024 correrà nel FIA World Endurance Championship, dove sarà presente nella nuovissima Classe LMGT3 con due 720S GT3 EVO.
Le difficoltà del gruppo di cui fa parte McLaren però vanno avanti da tempo. Da marzo, secondo il Sunday Times, sono 430 i milioni di sterline versati dal fondo sovrano Mumtalakat del Bahrain, che è diventato l’azionista principale dopo che lo scorso giugno ha rilevato per 400 milioni di sterline il pacchetto di azioni che facevano capo ad Ares Management e al fondo sovrano Saudi Arabia’s Public Investment Fund (Pif).
Entro 2-3 anni si vorrebbe portare il marchio McLaren al debutto in Borsa, ma al momento la situazione rimane di decisa allerta. Infatti le perdite continuano e per questo ci sono sempre più frequenti immissioni di denaro (lo scorso anno si è dovuto vendere anche una parte dei modelli storici di F1). Basti pensare che nel 2022 ha chiuso con una perdita lorda di 274,9 milioni di sterline, che è una cifra spropositata rispetto a quella del bilancio precedente (-67,5 milioni). Ora ci si aspetta che il rilancio possa esserci con i nuovi modelli: in attesa della prima elettrica, c’è grande fermento infatti per la supercar ibrida plug-in Artura, che per problemi tecnici ha subito già diversi ritardi.