Facile immaginare un buon bacino di clientela per la Honda Micro Commuter in Giappone, quando verrà commercializzata. Non altrettanto immediata è l’equazione se guardiamo al Vecchio Continente. I giapponesi, in fondo, delle microcar hanno una cultura radicata, qualcosa che manca alle nostre latitudini, tanto più quelle del Belpaese. Far digerire un’auto elettrica prettamente cittadina a chi si ostina ancora a scegliere le carrozzerie da suv anche per dimensioni inferiori ai 4 metri, sembra impresa titanica.
C’è chi ha lanciato un sasso nello stagno, Renault con la Twizy, in realtà microcar spacciata per quadriciclo leggero e con una versione buona anche per gli adolescenti, in sostituzione del classico scooter 50.
Il prezzo della Renault Twizy non sarebbe poi nemmeno eccessivo, visto il listino a partire da 7.800 euro per la versione “adulta”, in grado di fare gli 80 orari. Ma in tempi di crisi sembra un giocattolo di cui poter fare a meno, poco importa che consenta di dire addio alle stazioni di servizio.
Il prossimo anno Honda inizierà i test su strada della Micro Commuter concept, svelata nelle sue forme definitive dopo uno stadio prototipale. Due metri e mezzo di lunghezza, 1 e 25 di larghezza (meno dei 144 centimetri della Twizy) e un’altezza da utilitaria di segmento B: 145 centimetri. Quanto basta per muoversi in tre, o meglio 1+2 visto che i due posti dietro al guidatore – per stessa ammissione del costruttore nipponico – sono pensati per trasportare due bambini.
A guardarla, la Honda Micro Commuter concept sembra più “auto” della Twizy. Sarà per le portiere vere e proprie, sarà per la carenatura dell ruote, ma la microcar giapponese dà l’idea di avvicinarsi maggiormente al concetto di veicolo elettrico per la città. Il design è pensato in funzione della destinazione d’uso dell’auto, quindi niente orpelli ma un solo obiettivo: sfruttare al meglio il poco spazio disponibile. Il motore elettrico è posizionato al posteriore, con le batterie agli ioni di litio in grado di fornire immagazzinare 15 kw, contro i 7 della Renault Twizy. La velocità massima è fissata a 80 km/h, mentre l’autonomia dichiarata è di 60 chilometri.
Veicolo altamente innovativo la Micro Commuter, che fa a meno della strumentazione, sostituita da un tablet estraibile. Se e quando verrà commercializzata a livello globale ancora non è dato saperlo, resta un esperimento interessante per una nuova idea di mobilità cittadina.