Guidare un’automobile è importante per tantissimi cittadini, ma è bene fare attenzione a farlo con quella di qualcun altro.
Non ci sono particolari dubbi sul fatto che guidare un’automobile è molto importante per la stragrande maggioranza dei cittadini presenti nel mondo. Innanzitutto perché è comodo, tanto per andare a fare la spesa e a lavorare quanto per svagarsi in compagnia di amici o familiari. Bisogna però tenere presente che non tutti possono mettersi alla guida.
Non ci riferiamo al conseguimento o meno della patente, ma di un altro concetto assai importante nonché inerente al Codice della Strada. Vi siete mai chiesti cosa potrebbe accadere se vi trovaste alla gudia di un’automobile prestata da un’altra persona?
Sembra una banalità, ma a tutti gli effetti non lo è per niente. In questo articolo, proprio per questo, tenteremo di rispondere ad uno dei quesiti meno scontati e superficiali dell’intera legislatura italiana.
Guidare un’auto che non ti appartiene: cosa dice l’assicurazione
Prima di soffermarci sull’argomento principe, è interessante parlare di quello che l’assicurazione effettivamente prevede. Nella maggior parte dei casi il proprietario di un’auto è anche il titolare della polizza auto. La vettura può però essere anche data in prestito, e non è neanche così raro, ad un amico o ad un familiare.
Ma arrivando ai ruoli, come sono divisi nell’RC Auto? Il proprietario è chi possiede la vettura, ed infatti il suo nome compare in tutti gli atti ufficiali. E’ indicato anche all’interno della carta di circolazione. Il proprietario detiene anche l’attestato di rischio, ovvero il documento – ormai dematerializzato – con i dati storici dell’auto che sono necessari a fini assicurativi.
Un certificato in cui sono inserite informazioni essenziali per la polizza, come eventuali incidenti stradali occorsi negli ultimi cinque anni; non mancano neanche la classe di merito maturata e altre segnalazioni assai rilevanti. C’è poi il contraente. L’individuo che firma il contratto e che è responsabile del pagamento del premio assicurativo. Solitamente contraente e proprietario sono la stessa persona, ma possono anche dividersi i ruoli.
Infine troviamo il conducente, la persona che guida l’auto e che dovrebbe sempre avere l’autorizzazione del proprietario per farlo. L’utilizzo della vettura non deve superare i trenta giorni. In parole povere, quindi, la legge permette di acquistare un’assicurazione per un veicolo del quale non si è proprietari? Sì, ma va considerata la classe bonus-malus applicata. Quest’ultima non sarà quella del conducente, ma del proprietario dell’auto. Insomma, chi guida può scegliere la polizza auto liberamente, indicando di non essere il proprietario al momento della sottoscrizione della polizza.
Incidente auto, ma non è la tua: le conseguenze
Può capitare, purtroppo, a tutti di subire un incidente. Ma cosa accade se il sinsitro si verifica mentre siamo alla guida di un veicolo che di fatto non ci appartiene? In caso di incidente – con colpa – avvenuto con un’automobile che non è di nostra proprietà, ne risentirà l’assicurazione del proprietario del veicolo.
La compagnia assicurativa dovrà pagarne i danni, e la classe assicurativa del proprietario ne sarà fortemente condizionata a causa del sistema Bonus-Malus. Il proprietario dell’auto, successivamente, potrà richiedere il risarcimento dei danni al conducente del mezzo.
I risvolti penali della situazione, che è davvero delicatissima, rimarranno a carico del guidatore del mezzo al momento del sinistro. Se la colpa non ricade sul guidatore del veicolo, ma bensì sul mezzo coinvolto, sarà l’assicurazione della controparte a pagare i danni del veicolo al proprietario dell’auto; e, ovviamente, gli eventuali danni fisisci al conducente.
Guidi un’auto prestata da un altro? Ecco cosa rischi davvero
E’ un argomento effettivamente spinoso, ma è necessario rispondere al meglio, perché con la legge non si scherza. Quando viene prestata un’auto per un determinato lasso di tempo ad un amico o ad un parente, è necessario ricordare che la responsabilità di multe o incidenti ricade effettivamente sul proprietario stesso del mezzo.
A dirlo è l’articolo 94, comma 4-bis, del Codice della Strada. Ma allora cosa succede se si guida un veicolo prestato dal suo legittimo proprietario (o legittima proprietaria)? Niente, se non si supera i trenta giorni di utilizzo continuativo. In caso di non conviventi infatti, dopo il mese di riferimento, è fondamentale annotare sulla carta di circolazione il nome del possessore dell’automobile.
Se a ciò non si adempie, beh, il rischio è di ritrovarsi a pagare una multa che va da un minimo di 728 ad un massimo di 3636 euro. Non esattamente uno scherzo, insomma. L’utilizzo, post mese, è necessario segnalarlo all’Ufficio della Motorizzazione Civile. Ciò che conta è sempre rispettare ciò che ha stabilito la legge italiana. Perché, come evincibile facilmente, i rischi sono grossi e pure parecchi. Soprattutto economicamente parlando.