Guerra in Ucraina, la mossa cinese cambia tutto

Sembrava che le sanzioni avessero affossato l’economia russa incluso il settore delle auto. Purtroppo per chi ha avviato questa politica però, altri partner commerciali hanno causato un imprevisto.

Sono ormai più di dodici mesi che il tremendo confitto in Ucraina insanguina quelli che sono letteralmente i confini d’Europa: davanti ad un paese che dispone di un arsenale nucleare come la Russia tutto ciò che l’occidente può fare è armare gli ucraini e sanzionare pesantemente l’economia russa. Il settore che interessa noi, quello dell’auto, sembrava destinato ad essere affossato ad esempio.

A quanto pare infatti, la strategia di molti marchi occidentali come Volkswagen, Gruppo Stellantis e in ultimo Mercedes-Benz di abbandonare la Russia per sanzionare il paese per l’invasione non sta pagando. O almeno, sta pagando qualcun altro. Dopo i catastrofici report di case come Lada costrette a costruire le auto come negli anni settanta per la mancanza di componenti, arriva una notizia assurda: le vendite di auto in Russia sono soltanto aumentate.

Secondo un articolo del periodico Bloomberg risalente proprio a questo mese, le vendite complessive di automobili in Russia sono aumentate del 10% anziché diminuire. Questo perchè a quanto pare, Vladimir Putin ed il suo governo sono riusciti a trovare facilmente nuovi partner commerciali in grado di soppiantare e perfino superare i vecchi partner europei.

Assalto dall’oriente

Inizialmente, la Russia sembrava aver trovato dei vantaggiosi accordi con l’Iran, paese non proprio famoso per il suo settore automobilistico ma comunque popoloso e dotato di molte industrie del genere: in realtà però, secondo gli analisti occidentali, ad aver salvato i cittadini russi da un ritorno all’età della pietra, in senso automobilistico, sarebbe stata la Cina.

Trasporto vetture
Automobili in arrivo in Russia: le sanzioni stanno funzionando davvero? (Ansa) – Allaguida.it

Secondo i dati, la parte del leone la fa ancora Lada capace di vendere negli ultimi sei mesi ben 143.618, sanzioni e mancanza di componenti o meno, con ben tre marchi cinesi che seguono subito il colosso russo per vendite ossia Chery, Haval e Geely. Le case cinesi che non si sono fatte troppi problemi a fare affari con un paese in guerra e ostracizzato da gran parte del mondo civilizzato stanno facendo affari d’oro.

I dati sono molto dettagliati e ci dicono che dopo un’iniziale flessione nella domanda, gli acquirenti sono tornati a farsi sentire con il 46% delle vetture vendute nel paese nell’ultimo mese che arrivano dalla Cina, ben 19 marchi cinesi sul mercato russo con otto di questi che possiedono almeno un centinaio di concessionari nel paese. Tra i due litiganti il terzo gode, ci verrebbe da dire. E a questo punto ci chiediamo anche se le sanzioni abbiano davvero affossato il mercato dell’auto russo o meno.

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