Le auto elettriche non sono mai state troppo gradite al Governo di Giorgia Meloni, ma ora il pressi aumenta. Ecco i particolari.
Il mercato delle auto elettriche sembra dare qualche segno di risveglio in Italia, con il 2025 che ha dato prova di un maggior interesse, almeno nei primi mesi, dei clienti verso le nuove tecnologie. Tuttavia, c’è ancora tanto da fare affinché le BEV possano seriamente riuscire a contrastare i veicoli dotati di motore endotermico, partendo dal fatto che i costi di acquisto sono ancora troppo elevati, nonostante un abbassamento che si è registrato nel corso dei tempi recenti.

Come ben noto, l’Italia è sempre stata agli ultimi posti in Europa per vendita di auto elettriche, ed i cittadini del nostro paese, in base ad alcuni sondaggi, non credono che possano essere una reale alternativa all’inquinamento globale. Il Governo presieduto da Giorgia Meloni non ha mai creduto ad un futuro fatto solo di auto elettriche, ma sull’esecutivo arrivano ora nuove pressioni. Secondo quanto emerso nelle ultime ore, senza puntare sull’elettrico si rischia un ulteriore tracollo della produzione di auto in Italia, che nel 2024 è già scesa sotto il mezzo milione di unità costruite.
Auto elettriche, c’è l’avviso all’Italia ed al Governo
Secondo un avvenimento dell’associazione ambientalista Transport & Environment e di Think tank, l’Italia dovrà spingere maggiormente sulla produzione di auto elettriche. Viceversa, si rischia di ritrovarsi con una produzione dimezzata rispetto ai livelli attuali entro il 2030. Tali affermazioni sono basate su uno studio commissionato ad economisti della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e del Centro Ricerche Enrico Fermi di Roma. Tale ricerca è stata effettuata per valutare l’impatto economico, industriale e sociale del declino della produzione di auto in Italia.

Secondo quanto riportato, l’associazione ha chiesto al Governo di Giorgia Meloni di investire per favorire la transizione verso la mobilità elettrica, delineando due scenari. Il primo ipotizza una maggiore capacità dell’economia di riassorbire i lavoratori in esubero, indicando così una perdita di valore della produzione di circa 6,6 miliardi di euro, una riduzione delle vendite per 4 miliari di euro, oltre 66 mila posti di lavoro in meno, ed oneri aggiuntivi per la cassa integrazione, pari a circa 465 milioni di euro.
Invece, il secondo scenario prevede un calo della produzione pari a 6,83 miliardi di euro, e delle vendite per ben 4,25 miliardi di euro, con 30.000 impiegati che andranno a perdere il loro posto di lavoro. Inoltre, ci saranno altri 64.000 licenziamenti indiretti, per un costo della cassa integrazione di ben 1,8 miliardi di euro. La soluzione starebbe nel puntare sul social leasing, su flotte di auto elettriche e nuovi incentivi, in modo da stimolare la produzione e la vendita di un numero maggiore di veicoli ad emissioni zero.