Sulla parte alta del parabrezza è montata una videocamera che riconosce i semafori e facilita il riconoscimento di ostacoli in movimento come pedoni o ciclisti. Sul tetto poi c’è il sensore più vistoso di tutti: un LIDAR. Si tratta di un dispositivo molto usato in meteorologia in grado di effettuare scansioni con un raggio d’azione di circa 60 metri in tutte le direzioni. Come il RADAR ha il compito di rilevare oggetti a distanza, ma anzichè utilizzare le onde radio utilizza un impulso laser. Il vantaggio consiste nell’abilità di ‘vedere’ oggetti molto più piccoli, e quindi questo dà una maggior sicurezza all’auto senza pilota di Google. Negli Stati Uniti il progetto è già stato testato in modo intensivo, con oltre 200.000 miglia percorse (oltre 321.000 km) e appena un singolo incidente riportato. La regolamentazione per il momento è ancora carente in merito, ma ad esempio in Nevada hanno deciso che le auto prive di guidatore dovranno avere una targa rossa (durante i test) o una targa verde (nel caso di veicoli definitivi) in modo da essere facilmente riconoscibili da tutti gli altri utenti della strada.
Quello che finora mancava per favorire lo sviluppo di un progetto così ambizioso era probabilmente il grande interesse del pubblico. In questo video è possibile assistere alla prima prova della Google Autonomous Car da parte di una persona comune, Steve Mahan. La particolarità di questo test drive però non finisce qui: Steve è cieco al 95% e privo di patente di guida. Sarà stato certamente emozionante per lui salire sulla Toyota Prius allestita dal colosso informatico per potersi muovere in assoluta autonomia tra le strade di Morgan Hill, in California. Per lui è stato sufficiente impostare la destinazione, e a tutto il resto ci ha pensato l’auto, rispettando la segnaletica e il codice della strada e portandolo nel luogo desiderato. Ecco quindi quale potrebbe essere un’applicazione concreta per una simile tecnologia.