Il fenomeno dei furti di auto in Italia è ricominciato dopo la pandemia, ma c’è un trucco legale per rientrarne in possesso da soli
Gli effetti della pandemia anche in Italia almeno per due anni hanno prodotto risultati devastanti. Ma almeno, anche se non è una consolazione, avevano anche ridotto in generale i furti e in particolare i furti d’auto nel nostro Paese.
Un fenomeno che però nel 2022 è ripreso con cadenza regolare e numeri impressionanti, quelli che praticamente di registravano prima dell’epoca Covid. Gli ultimi dati sono impressionanti e confermano un trend che avevano già notato negli anni precedenti.
Come è emerso nell’indagine condotta da LoJack, società leader nei sistemi d’allarme per auto e veicoli commerciali. Monta più di 400.000 dispositivi per il rilevamento e il recupero delle auto rubate installati su veicoli italiani, e conferma che il 2022 è stato un anno pesante. Complessivamente un aumento di furti del 4% rispetto all’anno precedente.
Ma soprattutto si conferma la preferenza dei ladri per i Suv. In Italia nel 2022 quasi la metà delle auto rubate, il 47%, appartiene a questo segmento mentre erano ‘solo’ il 33% nel 2019. In ogni caso però il modello più rubato rimane la Fiat Panda, seguita dalla Toyota RAV4, dalle Fiat 500 e 500X e dalla Jeep Compass.
Il triste primato di regione con il maggior numero di sparizioni è la Campania al 33%, seguita dal Lazio con il 24% e della Puglia al 21%. Male va la situazione anche in Lombardia 12% mentre in Sicilia sono il 2%).
Al Centro-nord le auto sono rubate principalmente per essere rivendute, in Italia oppure nei Paesi dell’Est Europa. In Campania invece le auto sono rubate soprattutto con la richiesta di un riscatto, il cosiddetto ‘cavallo di ritorno’ mentre in Puglia interessano i pezzi di ricambio.
Furti d’auto, c’è un trucco legale per recuperare la macchina: non c’entrano le forze dell’ordine
Difendersi per gli automobilisti non è facile, perché come si è evoluta la tecnica delle casa automobilistiche allo stesso modo anche i ladri hanno studiato. Oggi più semplicemente riescono a clonare anche le chiavi elettroniche e ad usare strumenti per entrate nelle auto senza bisogno di rompere nulla.
Eppure c’è chi è diventato più furbo di loro e lo dimostra una storia che arriva dalla Gran Bretagna, raccontata con dovizia di particolari dalla stampa inglese qualche tempo fa. La signora Jo Coombs di Battersea, un sobborgo vicino a Londra, aveva parcheggiato la sua Land Rover Discovery era stata rubata sotto casa ma si è accorta che la macchina era sparita.
Un parcheggio privato, chiuso da cancelli elettronici apribili solo con un codice chiave. Ecco perché pensava che non avrebbe avuto problemi con i ladri ma così non è stato. All’inizio ha chiamato la polizia e ha fatto denuncia, comunicando tutti i suoi dati, anche se la speranza di rientrare in possesso della macchina era bassa.
Poi però ha avuto un lampo di genio scoprendo che in effetti c’era un’altra via. Le è bastata una telefonata alla compagnia di assicurazioni, anche in quel caso per denunciare l’accaduto. E lì le hanno ricordato che quella vettura aveva una polizza speciale. Perché due anni prima aveva cambiato il contratto, facendo quello ‘A miglia’ e quindi a consumo.
La polizza è basata su una app collegata con un localizzatore GPS che calcola le miglia percorse per fatturare la cifra corretta. Così l’ha sfruttata per vedere se la macchina fisse rimasta in zona. Ha scoperto che effettivamente era così, parcheggiata a meno di 2 miglia da casa sua.
Quindi ha richiamato la polizia e gli agenti le hanno consigliato di provare ad andare a vedere se con le sua chiave riusciva ad aprirla. In effetti il suo Suv era lì, nascosto ma visibile. Gli avevano già cambiato la targa e aveva uno specchietto retrovisore rotto. Ma la sua chiave funzionava e così ha ritrovato la macchina riportandola a casa.
Assicurazioni auto a chilometraggio: come funzionano in Italia e quanto si paga
Un metodo che possiamo usare anche in Italia? Assolutamente sì perché anche nel nostro Paese esistono le assicurazioni auto a chilometraggio, dette anche “assicurazioni auto a consumo”. Una polizza che prevede il pagamento del premio annuale esclusivamente in base base ai km effettivamente percorsi dall’assicurato.
Attenzione però, perché conviene soltanto a patto di sapere già in anticipo con quasi certezza quando sarà usata la macchina e quanta strada faremo. In genere le compagnie la prevedono per una percorrenza sotto i 5mila km all’anno e quindi è soprattutto conveniente per chi usa la macchina solo in vacanza, ad esempio, o nell’arco dell’anno ma per spostamenti sempre brevi.
Il cliente pagherà una quota fissa di premio e poi una quota variabile, in base ai km annui. Come fa la compagnia assicurativa a sapere quanto accreditare? Alla firma del contratto è prevista anche l’installazione sul veicolo di un dispositivo tipo una scatola nera che registra una serie di dati a cominciare dai km percorsi.
Cosa succede a chi sfora il limite di km previsto dal contratto? Semplicemente la compagnia addebiterà un costo aggiuntivo, calcolato in base delle distanze percorse in eccesso. Ma chi riesce a stare sotto i 5.000 km l’anno può pagare dal 25 al 50% in meno rispetto alla RCA tradizionale.