Nessuno se lo aspettava dopo le numerose opposizioni, ma all’improvviso, è arrivata l’ufficialità. Ansia per Red Bull e Ferrari in Formula 1.
La notizia ufficiale è arrivata quando nessuno se l’aspettava, o meglio, quando i media avevano ormai smesso di raccontare delle tensioni tra le parti in causa. Come per un colpo di bacchetta magica il tanto osteggiato accordo in Formula 1 è diventato realtà, di conseguenza, per i team che oggi stanno lottando per le prime posizioni in classica come Ferrari, Red Bull, Mercedes e McLaren ci sarà un ulteriore pericolo da affrontare.
In molti si staranno chiedendo come sia stato possibile risolvere in questa maniera una questione tanto spinosa, ebbene, in tal senso la politica avrebbe giocato un ruolo fondamentale. Il primo elemento ad essere risultato decisivo per la risoluzione sarebbe stata l’elezione a presidente degli Stati Uniti d’America di Donald Trump, il secondo, invece lo scossone interno alla compagnia proprietaria del Circus, ovvero Liberty Media, con l’amministratore delegato Greg Maffei in uscita a fine anno a favore di John Malone.
General Motors entra ufficialmente in Formula 1, Andretti ce l’ha fatta
A partire dal 2026, dunque, la massima serie dell’automobilismo schiererà una squadra in più, la Cadillac. Dopo un tira e molla durato anni, è terminato quindi il processo di inserimento di un team in più rispetto ai dieci oggi presenti, ciò significa che Mario Andretti e suo figlio Marco hanno vinto a dispetto delle tensioni che avevano portato l’attuale CEO di Liberty ad affermare che avrebbe fatto di tutto per fermare il loro ingresso.
Ricordiamo che anche le stesse scuderie, in particolare le più influenti, non si erano mostrate convinte della bontà di un innesto, anzi, avevano manifestato apertamente il dissenso per paura di vedersi private di una porzione dei ricavi e lo stesso boss della serie Stefano Domenicali che ora, davanti all’ufficialità, dichiara “è la dimostrazione positiva dell’evoluzione dello sport“, non era stato un pezzo di pane nei mesi scorsi, sostenendo che non bastava avere una dinastia da corsa alle spalle per meritarsi un posto al sole del genere.
Dal canto suo Maffei si è affrettato ad esaltare il comportamento proattivo di General Motors, il gigante dietro all’operazione che porterà il marchio Cadallic nella massima competizione, in quanto capace di colmare le presunte lacune che rendevano improbabile la promozione in precedenza.