La continua ricerca di una mobilità più sostenibile produce risultati importanti: ora Ford è pronta a cambiare tutto con un brevetto pazzesco
Mai come in questi ultimi anni le scelte delle aziende che producono auto e altri mezzi a motore è stata chiara. Toyota continua ad investire nell’ibrido e nell’idrogeno, mentre Stellantis punta ancora molto sul termico. Poi c’è Ford invece da tempo ha investito sulla ricerca dell’elettrico. E ora la Casa statunitense è pronta a lanciare un brevetto rivoluzionario, che cambierà le nostre abitudini quotidiane.
La domanda che tutti si fanno è una sola, anzi due: quanto costa ricaricare un’auto elettrica e conviene rispetto al termino o all’ibrido? In realtà però la risposta è multipla perché non esiste al momento una verità universale.
Molto dipende dalle scelte fatte dal produttore che non sono uguali per tutti. Basta guardare i modelli attualmente sul mercato, anche quello italiano, per capirlo. Abbiamo vetture 100 per cento elettriche come la Dacia Spring che montano un pacco batteria da 27,4 kWh. E altre come la BMW iX che superano i 100 kWh. Più potenza significa anche maggiore autonomia, ma intanto i costi per ricaricare aumentano.
Attualmente il costo medio per ricaricare un veicolo elettrico in Europa è pari a 11,17 euro, con alcuni casi estremi, in un senso o nell’altro. Per capirne di più abbiamo utilizzato uno studio recente di Switcher.ie che ha esaminato i prezzi della ricarica di un modello elettrico medio nel nostro continente, dai Paesi più economici a quelli più costosi.
In assoluto conviene nei Paesi Bassi, leader anche nella produzione di energia eolica. Qui 100 km di autonomia costano in media soltanto 0,80 euro, mentre il prezzo medio della ricarica è di 2,74 euro. Ma si paga poco anche in Kosovo, Georgia, Serbia, Turchia, Bosnia ed Erzegovina, Macedonia del Nord, Albania, Ungheria e Montenegro.
Al contrario la Danimarca è il Paese più caro in assoluto: per una ricarica si spendono in media 27,65 euro. Mal va anche agli automobilisti di Belgio e Germania che occupano il podio della negatività. L’Italia è quarta: per percorrere 100 km in auto elettrica servono di media 5,54 euro, il costo medio di una singola ricarica è di 18,89 euro, appena inferiore a quello dei tedeschi che spendono di 19,89 euro.
Ford rivoluziona il mondo dell’auto, quanto costa oggi una wallbox casalinga
In realtà il costo della ricarica cambia moltissimo dal tipo di contratto che abbiamo e dalla scelta se farla alle colonnine pubbliche oppure private. Se usiamo tariffe a consumo i costi possono diventare elevati e per questo i distributori incentivano a fare abbonamenti mensili con tariffe ottimizzate e prezzi meno cari.
L’alternativa è rappresentata dai sistemi di ricarica domestici, i cosiddetti wallbox. La loro funzione è quella di trasformare la presa di corrente domestica in una centrale di ricarica moderna, modulando la potenza dell’impianto elettrico domestico in base al veicolo da ricaricare.
Le wallbox domestiche sono simili a quelle tradizionali che ormai incontriamo spesso in giro per le città italiane, ma con una differenza importante. Hanno dimensioni molto più ridotte e compatte, ma soprattutto possono essere montate all’esterno della nostra abitazione o condominio, in genere sulla parete esterna del garage.
In realtà però esistono anche stazioni di ricarica installabili a pavimento, come alternativa. E poi, collegando la stazione di ricarica ad un impianto fotovoltaico con inverter e sistema di accumulo sarà possibile utilizzare il surplus di energia autoprodotta per ricaricare la nostra macchina elettrica a costo decisamente ridotto.
In assoluto basta attaccare la batteria dell’auto al dispositivo utilizzando il cavo fornito in dotazione. Toccherà alla wallbox, in assoluta autonomia, regolare la potenza della rete elettrica a quella del nostro veicolo, per non creare sovraccarichi.
E i tempi di ricarica? Possono cambiare in base alla capacità di ricarica della wallbox che va dai 3,7 kW ai 7,4 kW in monofase fino a un massimo di 22 kW in trifase. Ma anche in base alla potenza dell’auto elettrica.
Prima di acquistarla e quindi utilizzarla è bene conoscere alcuni trucchi che influiscono sulla velocità di caricamento della nostra auto elettrica. A basse temperature le batterie richiederanno più tempo per caricarsi. Poi, come per tutti gli altri elettrodomestici elettrici in casa, meglio evitare le fasce orarie di picco anche perché la ricarica potrebbe essere rallentata per la maggiore domanda di energia.
In generale con un impianto wallbox da 3,7kW servono tra 8 e le 10 ore per una ricarica dell’80%, con uno da 7,4kW bastano 3-4 ore. Quindi per un’autonomia tra i 400km e i 600 km dovremo ricaricare il veicolo elettrico 2 o massimo 3 volte a settimana.
E i prezzi delle wallbox? I modelli più economici partono da circa 700 euro, quelli più cari arrivano fino a 1800 euro. Ma in ogni caso privati e condomini possono beneficiare degli incentivi previsti dal bonus colonnine ricarica elettrica, approvato nel 2022 e rinnovato nel 2023.
La soluzione Ford per la ricarica durante il viaggio: già depositato il brevetto
Tutto questo è il sistema che consociamo fino ad oggi. Di recente però, come ha spiegato il sito Insideevs.com, Ford ha ideato e già depositato un brevetto che rivoluzionerà il mondo del trasporto elettrico almeno in alcuni settori.
Si tratta di un rimorchio con pacco batteria integrato e motori elettrici che permettono a chi lo usa di piazzarlo facilmente in campeggio o sul posto di lavoro. Fornirà alimentazione di riserva per il veicolo elettrico da traino ma anche per attrezzi e elettrodomestici.
In base al documento depositato, il rimorchio di ricarica comprende il corpo del rimorchio, ruote e pneumatici, batterie, porte per ricaricare il pacco interno e fornire energia esportabile. Ma ci sono anche motori elettrici e un controller per controllare il movimento del rimorchio di ricarica.
Un sistema simile ma non identico a quello utilizzato da Ford sul camper elettrico Lightship L1 e sul caravan di Airstream EStream. In particolare sul Lightship, le batterie e i motori elettrici incorporati alimentano il rimorchio intanto che è trainato dal veicolo elettrico anteriore. Invece su Estream i motori elettrici consentono al caravan di muoversi autonomamente, ma comunque non parliamo di un rimorchio di servizio.
Ancora più di recente Ford ha depositato un brevetto che prevede un vano batteria montato sul tetto. Dovrebbe fornire un’alimentazione di riserva ad un veicolo elettrico durante la guida in luoghi nei quali l’accesso alle infrastrutture di ricarica è limitato oppure assente del tutto.