Fiat obbligata al rincaro sulla nuova Panda: clienti infuriati, il motivo è una beffa

Sale il prezzo della Panda, cresce il rischio che il suo prezzo di listino diventi meno competitivo. E i clienti non la prendono affatto bene.

Prenoti a un prezzo, ma quello che devi pagare per davvero è molto, ma molto più alto. Ecco la drammatica realtà a cui rischiano di trovarsi davanti molti clienti che avevano scelto la nuova Fiat Panda, auto simpatica e almeno fino a oggi economica. Economica rischia di diventarlo un po’ meno.

Rincari Panda
Nuova Fiat Panda, sale il prezzo (Stellantis) allaguida.it

La rabbia è comprensibile ma il motivo degli aumenti per una volta non è tanto nelle scelte aziendali, nel desiderio di mantenere alta la redditività, e nemmeno nel costo del lavoro o delle materie prime. Ragioni difficili da accettare ma pur sempre con una logica. Stavolta il motivo è diverso, ed è tutto politico.

Un aumento che nasce negli Stati Uniti

Il prezzo della Panda rischia di essere una prima evidente dimostrazione che scelte politiche che sembrano lontane hanno conseguenze concrete sul nostro portafoglio. Il governo americano ha infatti introdotto dazi del 25% sulle auto e sui componenti che arrivano da Messico e Canada. Un problema degli americani? Non proprio.

Rincari Panda
Nuova Fiat Panda (Stellantis) allaguida.it

Se la scelta verrà confermata, secondo uno studio di Federcarrozzieri gli aumenti potrebbero essere pesanti anche in Italia. Si parla di rincari medi tra i 2.500 e i 3.000 euro per molte vetture nuove. Tra queste c’è anche la Fiat Panda ibrida, uno dei modelli più venduti nel nostro Paese. Per lei si stima un aumento di circa 1.600 euro rispetto al prezzo attuale.

Per rendere un po’ meno grigio il futuro Stellantis, ma più problematico quello di chi sta cambiando auto, non sarà solo la Panda a essere colpita dai rincari. Anche altri modelli popolari come la Toyota Yaris Cross potrebbero subire aumenti vicini ai 2.900 euro.

La ragione di questi aumenti è molto semplice. Messico e Canada sono due centri importanti per la produzione mondiale di automobili e componenti. Ogni anno milioni di auto costruite in questi Paesi vengono esportate negli Stati Uniti. Con i nuovi dazi, le case automobilistiche dovranno affrontare costi più alti per vendere sul mercato americano.

Ma non solo: componenti fondamentali come airbag, pneumatici, sedili e freni arriveranno sul mercato europeo con prezzi più alti. Questo significa che anche riparare o sostituire parti della propria auto diventerà più costoso. E ovviamente costerà di più produrle.

Nel 2019 si comprava una macchina nuova spendendo in media circa 21 mila euro. Nel 2024 questo valore ha superato i 30 mila euro. Ora, con questi nuovi aumenti causati dai dazi americani, la situazione potrebbe peggiorare ancora. Ed è tutta la spiegazione che serve per analizzare lo stato disastroso del mercato italiano dell’auto.

Nonostante tutto questo, la Fiat Panda resta l’auto preferita dagli italiani con quasi 12 mila esemplari venduti solo a febbraio. Dietro di lei ci sono modelli come la Dacia Sandero e la Citroën C3. Nessuno sa davvero come questa classifica cambierà, ai nuovi prezzi che dovremo subire.

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