Famiglia Agnelli, nuove grane per Elkann: svolta nell’indagine, cosa sta succedendo

Un terremoto giudiziario scuote il cuore dell’impero Agnelli. La Procura di Torino punta i riflettori sulla cassaforte di famiglia, quella società che tiene le redini di un impero industriale fatto di motori rombanti e vittorie calcistiche.

Nel freddo inverno torinese, l’inchiesta sull’eredità dell’Avvocato si fa sempre più rovente. Come un fiume carsico che riemerge dopo anni sottoterra, le indagini hanno raggiunto la Dicembre, quella società dal nome invernale che custodisce gelosamente le chiavi del regno Agnelli-Elkann.

Eredità Agnelli
Famiglia Agnelli: Lapo, John e Ginevra Elkann (ansa) allaguida.it

Non una società qualunque, ma lo scrigno che racchiude il controllo di colossi come Stellantis, Ferrari e Juventus. La società-madre, che racchiude i segreti e la ricchezza di quella che è stata la famiglia più potente in Italia.

Carte, sospetti e milioni

Le lancette dell’orologio sembrano essere tornate indietro al 2004, quando Marella Caracciolo, la vedova dell’Avvocato, cedette ai nipoti John, Lapo e Ginevra la nuda proprietà del 40% delle quote societarie. Un passaggio di consegne che oggi solleva più di qualche perplessità tra gli inquirenti. Le fiamme gialle hanno bussato agli studi dei notai, frugato tra le carte dell’Agenzia delle Entrate, setacciato documenti alla Camera di Commercio. Persino lo studio del leggendario Franzo Grande Stevens, il legale che per decenni ha custodito i segreti dell’Avvocato, ha ricevuto la visita dei finanzieri.

Eredità Agnelli
John Elkann sempre saldo al comando (ansa) allaguida.it

Qualcosa non torna in quei documenti ingialliti dal tempo. Gli investigatori parlano di carte incomplete, forse alterate. Ma soprattutto, cercano le tracce dei soldi, quei pagamenti che dovrebbero aver accompagnato il passaggio delle quote. Come in un puzzle dove mancano pezzi cruciali, la ricostruzione della vera proprietà della Dicembre diventa sempre più complessa.

La posta in gioco è altissima: si parla di ottanta milioni di euro. Tasse di successione mai pagate? Imposte sulle donazioni sfuggite al fisco? Gli inquirenti scavano, cercano, confrontano. Non è una questione di assetti societari – dicono – ma di tributi dovuti allo Stato. Soprattutto dopo la scomparsa di Marella, nel gelido febbraio del 2019.

Nel mezzo di questa tempesta, i legali dei fratelli Elkann mantengono la calma. Ripetono come un mantra che ogni atto è legittimo, che tutto rispecchia la volontà dei nonni, Gianni e Marella. John, con il suo 60% delle quote, resta saldo al timone. Ma nell’ombra si muove Margherita, la madre dei tre Elkann. È stata lei, anni fa, a sollevare i primi dubbi, a denunciare presunte anomalie. Il tribunale civile l’ha già respinta una volta, considerandola fuori dai giochi da vent’anni. Ma ora la Procura potrebbe riscrivere il finale di questa saga familiare.

Come in ogni storia che si rispetti, c’è chi difende lo status quo e chi cerca di sovvertirlo. Nel frattempo, mentre le carte bollate si accumulano sulle scrivanie dei magistrati, l’impero continua a macinare profitti. Ma per quanto ancora?

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