Fallimento per colpa dell’elettrico: terremoto nei motori, l’azienda chiude

Un altro pezzo del mondo elettrico si sgretola sotto il peso dei debiti. Un altro produttore ha appena alzato bandiera bianca.

C’era una volto il segno elettrico. L’idea, o forse la speranza, che il cambiamento sotto il cofano avrebbe aperto un futuro non solo più pulito, ma anche economicamente più florido. Tanti investimenti, nuovi impianti. Purtroppo anche tanti fallimenti: le cose non sono andate come si sperava, evidentemente.

Fallimento elettrico
Un altro fallimento elettrico – allaguida.it

Un caso arriva dal Nuovo, anzi nuovissimo, mondo. Le strade di Sydney non vedranno più sfrecciare quelle strane bici elettriche a due ruote motrici, robuste come piccoli fuoristrada. Le usavano i postini australiani per le consegne quotidiane. Funzionavano bene, molto bene. Erano diventate uno spettacolo familiare per i cittadini: silenziose, veloci, sempre cariche di pacchi e lettere.

Quando i conti non tornano

I primi segnali sono arrivati in sordina. Un ritardo qui, un pagamento saltato là. Poi tutto è precipitato come una valanga. L’azienda non riusciva più a pagare i fornitori. Le banche hanno chiuso i rubinetti. I debiti sono cresciuti fino a diventare una montagna impossibile da scalare.

Fallimento elettrico
Uno dei prodotti UBCO (UBCO) allaguida.it

Callaghan Innovation, uno dei principali creditori, aspetta ancora i suoi soldi. Le linee di produzione sono ferme, come congelate nel tempo. Gli operai hanno svuotato gli armadietti. Gli uffici sono deserti. Solo gli amministratori girano ancora per i corridoi, cercando di salvare il salvabile.

Il contratto con Australia Post sembrava una garanzia solida come una roccia. Le poste avevano scelto UBCO per la loro flotta verde. Un accordo che doveva aprire le porte del successo. Invece è stato come mettere una toppa troppo piccola su un buco troppo grande.

Lo sviluppo costa. Le batterie costano. La concorrenza spinge i prezzi verso il basso. UBCO non è riuscita a tenere il passo. Il flusso finanziario non ha retto, l’azienda alla fine è saltata.

Gli esperti del settore sono preoccupati. Hanno visto questa scena troppe volte negli ultimi mesi. Startup promettenti che si spengono come candele al vento. Alcune vengono comprate da gruppi più grandi, altre spariscono nel nulla.

L’amministrazione controllata è l’ultima spiaggia. Forse qualcuno comprerà la tecnologia, i brevetti, il nome. Forse quelle bici elettriche torneranno in strada con un altro marchio sulla fiancata. O forse finiranno dimenticate in qualche magazzino, come tanti altri sogni elettrici infranti.

Il mercato dell’elettrico continua la sua corsa a ostacoli. Ogni giorno nascono nuove idee, nuovi progetti. Alcuni ce la faranno, altri no. Servono spalle larghe per reggere i costi, cervello fino per navigare il mercato, e tasche profonde per resistere alle tempeste. UBCO aveva tutto tranne l’ultimo ingrediente. E così un altro pezzo della rivoluzione elettrica finisce in pezzi.

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