Ancora una volta Elon Musk e Tesla anticipano il futuro della mobilità nel mondo: l’ultimo progetto è avanti almeno dieci anni, incredibile
Non è ancora certo quando succederà, ma sappiamo che succederà. Perché la rivoluzione elettrica sulle strade di tutta l’Europa è già partita ed entro il 2035 sarà una realtà, salvo rinvii al momento non ipotizzabili. Per questo il presente e il futuro dipendono molto dalle scelte di Tesla e dalle idee di Elon Musk.
Precursore lui, come la sua azienda, ormai nessuno lo mette più in dubbio anche se molto altri grandi costruttori mondiali hanno deciso per ora di non seguirlo. O meglio: Tesla produce esclusivamente modelli elettrici, gli altri hanno cominciato da poco senza essere convinti fino in fondo. Così è anche per i governi europei che ancora non hanno previsto piani massicci per potenziare la rete dei rifornimento destinati ai modelli elettrici.
Gli automobilisti però ci credono, lo dimostrano i dati concreti raccolti fino ad oggi. Nel primo semestre 2023 sono state ben 186 mila le unità vendute per la Casa americana in Europa, con un miglioramento pari al 117% rispetto allo stesso periodo di un anno fa. In concreto significa anche una quota di mercato complessiva del 2,8%, quasi raddoppiata rispetto allo scorso anno quando era dell1,5%.
Tutto questo si riflette anche sui dati finanziari. Il secondo trimestre del 2023 è andato in archivio con un fatturato pari a quasi 25 miliardi di euro, con un utile netto di 2,7 miliardi di dollari, in crescita del +20% rispetto ai dati dello scorso anno.
Merito anche delle decisioni presi dai vertici che hanno cominciato ad andare incontro alle richieste degli automobilisti. Così il prezzo di alcuni modelli, a partire da Tesla Model 3, sono scesi. Un modo concreto per poter accedere ai contributi pubblici nei Paesi in cui sono previsti, compresa attualmente in Italia.
Elon Musk l’ha fatta grossa: Tesla la le carte per rivoluzionare la mobilità in Europa
Contributi, gli stessi che Tesla riceve per sviluppare il suo programma di espansione della rete Supercharger nel Vecchio Continente, grazie a nuovi fondi sbloccati dall’Unione Europea. Una somma complessiva importante, pari a 148,7 milioni di euro.
Soldi destinati all’installazione di nuove stazioni e alla sostituzione di quelle più vecchie. Tesla ha quindi campo libero per creare ex novo o rinnovare fino a 687 stazioni in 22 Paesi differenti. E tutte le nuove colonnine avranno una potenza pari a 250 kW.
Ci sarà anche l’Italia, dove finalmente ci saranno movimenti importanti per chi vuole puntare sull’elettrico. La AFIF (sigla per Alternative Fuels Infrastructure Facility), ha selezionato infatti ben 26 progetti per un una cifra complessiva pari a 352 milioni di euro.
Così saranno installati o rinnovati ben 6.458 stalli di ricarica in 613 posti differenti sparsi in 16 diversi. Oltre al nostro, anche Austria, Belgio, Bulgaria, Germania, Spagna, Finlandia, Francia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia e Svezia. In più Tesla Polonia curerà lo sviluppo di 740 stalli di ricarica in altri sei Paesi, cioé Croazia, Ungheria, Repubblica Ceca, Grecia, Slovenia e Polonia.
La Commissione ha anche stabilito che dal 2025 le stazioni di ricarica veloce da almeno 150 kW dovranno essere installate obbligatoriamente ogni 60 km lungo le principali arterie del continente. Tra queste, spicca Tesla Supercharger che ha festeggiato i suoi primo dieci anni di vita lo scorso 29 agosto. In 10 anni tra Europa, Africa e Medio Oriente sono stati realizzati circa 13.000 stalli di ricarica, partendo dal nulla
Ma non è tutto perché Tesla continua nella sua politica di produrre tutto in proprio e continuerà a farlo. L’azienda qualche tempo fa ha ufficializzato l’apertura una nuova fabbrica a Shanghai, in grado di produrre fino a 10.000 Megapack all’anno. Attualmente Tesla ne ha già aperte altre ad Angleton in Texas, a Soldotna in Alaska e a Lathrop, in California ma anche in Australia, nello stato di Victoria.
Tesla Model 2, nuova occasione per Musk: la nuova mossa dell’azienda spiazza tutta la concorrenza
Questa però è solo una fase di passaggio e di consolidamento, pensando a quella che sarà la produzione del futuro. Nel mirino infatti c’è l’arrivo sul mercato della prima vera city car elettrica, anche se in realtà lo è più per il prezzo che per le dimensioni.
Stiamo parlando della Tesla Model 2, prodotta in India all’interno di un nuovo maxi impianto da 500mila vetture all’anno, con un lancio previsto fra il 2024 e il 2025. La novità più importante? Il prezzo e lo ha anticipato lo stesso Elon Musk.
Dalla sua fresca biografia, scritto dal giornalista pluripremiato Walter Isaacson, abbiamo scoperto che in realtà il fondatore di Tesla non era totalmente d’accordo. Ma alla fine si è convinto che i consumatori avevano bisogno anche di un modello elettrico low cost e sarà con Tesla Model 2 (o come si chiamerà). Un prezzo di lancio vicino ai 25 mila dollari, quindi circa 22mila euro in Europa ai quali aggiungere i contributi pubblici.
Il nuovo modello sarà prodotto nei stabilimenti Tesla negli Stati Uniti, in Cina e Germania e prossimamente anche nella nuova fabbrica in Messico, attesa per il 2025. Dovrebbe ricalcare le linee della Model Y, ma con dimensioni più compatte e montare celle realizzate in collaborazione con Panasonic.
La vera novità però, anticipata nelle ultime ore dall’agenzia Reuters, è un’altra. Tesla infatti sarebbe in grado infatti di stampare una scocca intera tutta in una volta. Al momento utilizza enormi presse, prodotte dall’azienda bresciana Idra, e così continuerà ad essere ma con un ulteriore salto di qialità importante.
L’azienda americana sarebbe pronta a stampare componenti di dimensioni maggiori, in pratica assemblando in un colpo 400 pezzi in uno solo. Questo significherebbe un grande risparmio di tempo e un ritmo produttivo decisamente migliore rispetto a quelli attuali. Ma anche una botta decisiva alle ambizioni della concorrenza.
In pratica dimezzerebbe i tempi rispetto alla produzione attuale, perché potrebbe sviluppare un modello partendo da un foglio bianco al massimo in 24 mesi. Un modello nuovo per una Casa tradizionale richiede almeno 3 anni di lavoro, se non di più. Ecco perché se fossero confermate le indiscrezioni, sarebbe di nuovo un colpo decisivo per confermare Tesla ai vertici della produzione e delle vendite mondiali.