Le auto elettriche stanno per diventare più economiche di quelle a benzina. No, non è il solito annuncio roboante. Questa volta i numeri parlano chiaro.
Quante volte abbiamo sentito dire che le elettriche sono troppo care? Il problema è sempre stato uno: le batterie. Costano un occhio della testa, e se si rompono fuori garanzia sono dolori. Ma le cose stanno per cambiare, e in fretta.
Goldman Sachs ha appena sganciato una bomba: tra due anni il prezzo delle batterie crollerà. Non una piccola discesa, ma un vero e proprio crollo. I numeri fanno girare la testa. Nel 2026 una batteria costerà 80 dollari per chilowattora.
Per chi non mastica il gergo tecnico, significa che sostituirla costerà meno che riparare un motore a benzina. Un po’ come quando i televisori a schermo piatto costavano una fortuna e ora li regali quasi con le patatine.
Il bello è che non si tratta di promesse campate per aria. Le materie prime stanno già calando di prezzo. Litio, cobalto, tutti quei minerali che sembravano pepite d’oro stanno diventando più abbordabili. E poi c’è la tecnologia che avanza: batterie più efficienti, che durano di più e costano meno da produrre.
Ma la vera chicca arriva dal mercato dell’usato. Chi oggi storce il naso davanti a un’elettrica di seconda mano può rilassarsi. Nel 2030, udite udite, si potrà persino guadagnare qualcosa dalla vecchia batteria. Le useranno per immagazzinare energia, per le case, per le industrie. Un po’ come succede con le bottiglie di vetro: le riusi, le ricicli, e alla fine ci guadagnano tutti.
Le case automobilistiche lo sanno bene. Non è un caso se già oggi offrono garanzie da capogiro sulle batterie: 8 anni o 160.000 chilometri. Provate a chiedere una garanzia del genere sul motore di un’auto a benzina. Vi rideranno in faccia.
E non è finita qui. Un’auto elettrica ha molte meno parti che possono rompersi. Niente olio da cambiare, niente filtri, niente cinghie di distribuzione. I freni durano il doppio grazie alla frenata rigenerativa. È come passare da un orologio meccanico a uno al quarzo: meno pezzi, meno grattacapi.
I più ottimisti parlano addirittura di batterie a 32 dollari per chilowattora nel 2030. Forse è troppo bello per essere vero, ma la direzione è quella. È come quando i primi cellulari costavano quanto una macchina e ora ne compri uno decente con lo stipendio di una settimana.
La rivoluzione elettrica sta arrivando, questa volta sul serio. Non è più una questione di ambientalismo o di moda. È matematica pura: converrà a tutti. E quando il portafoglio sorride, anche i più scettici cominciano a guardare le cose con occhi diversi.