Gli incidenti stradali rappresentano, da sempre, una delle principali cause di decesso, nel mondo moderno. Ecco cosa fare per evitarli.
Ti sei mai chiesto quali sono le principali cause di decesso del genere umano? Oltre alle malattie, legate strettamente alla degenerazione del clima, all’alimentazione e naturalmente alle proprie predisposizioni genetiche, la casualità è l’altra grande drammatica causa di rischio di morte.
Casualità è però un termine che va preso con “le pinze” nell’esatto momento in cui parliamo di incidenti stradali, in relazione ai quali il fattore di errore umano, voluto o non voluto, è decisivo per arrivare ad un impatto che può essere mortale.
Che tua sia alla guida di una moto oppure di un’autovettura, o che tu sia semplicemente un ignaro passeggero, la percentuale di rischio legata a incidenti mortali su strada dipende da un unico grande fattore. Stiamo parlando dell’imprudenza. Chiaro che se mentre sei alla guida vieni colpito da malore improvviso, non dipende da te e dalla tua volontà. Se in Italia, infatti, la normativa vigente, da qualche anno, prevede il reato di omicidio stradale, la ragione è ben precisa
Ed è quella legata al mancato rispetto delle regole. Guidare sotto effetto di sostanze stupefacenti o alcol, non indossare la cintura di sicurezza, non rispettare i limiti di velocità: potrebbe non dipendere da te, potresti essere il guidatore più zelante del mondo. Ma potrebbe esserci qualcuno, dall’altra parte, in un altro veicolo, che viola queste regole. E tu potresti essere la vittima delle sue colpe. Tu oppure chi sta al tuo fianco, un tuo familiare, il tuo bambino.
Se tutti rispettassero le regole, è evidente che gli incidenti diminuirebbero, lasciando solo, come cause di decesso, quelle circostanze nefaste che non dipendono strettamente da noi. E’ chiaro che se ti metti alla guida stanco, ansioso, stressato, e in quel momento incontri anche nebbia e maltempo sulla strada, immagina cosa ti può accadere se due fattori del genere si uniscono drammaticamente, ovvero scarsa visibilità e stanchezza. Un infermiere reduce da 12 ore consecutive in ospedale, comprensivo di turno di notte, dovrebbe evitare di guidare per 100 km per tornare a casa. Potrebbe diventare causa di incidente mortale, mettendo a rischio la sua vita e quella degli altri.
Incidenti automobilistici mortali: ecco le principali cause di decesso, ecco quello che non dovresti mai fare quando sei alla guida
Gli incidenti automobilistici sono la principale causa di morte nei primi tre decenni di vita degli americani. Solo nel 2009, gli incidenti hanno provocato la morte di oltre 33.000 persone e il ferimento di altri 2,2 milioni, di cui oltre il 70% riguardava autovetture e camion.
Più della metà delle persone uccise in incidenti automobilistici non indossavano la cintura di sicurezza. Indossare la cintura di sicurezza è il modo più efficace per prevenire la morte e lesioni gravi in caso di incidente. Lo ripetono costantemente le autorità di tutto il mondo e non sono poche le campagne di prevenzione in tal senso.
L’uso della cintura di sicurezza è in costante aumento. Questo significa che la consapevolezza della collettività sta aumentando. Le leggi, l’istruzione e la tecnologia hanno aumentato l’uso delle cinture di sicurezza dall’11% nel 1981 a quasi l’85% nel 2010 , salvando centinaia di migliaia di vite. Tuttavia, circa 1 persona su 7 continua a non allacciarsi le cinture.
Altri fattori di rischio, come detto, sono l’uso di alcol e sostanze stupefacenti o farmaci alla guida, che possono inibire il livello di attenzione. Influisce in modo drammatico anche la distrazione, come quando non si rispetta la regola del non uso del cellulare alla guida.
E’ per questa ragione che la maggior parte delle vetture, da anni, è dotata di impianti che ti consentono di comunicare in viva voce senza dover tenere pericolosamente in mano il tuo telefonino mentre sei al volante. Formazione, conoscenza, senso civico, diventano la chiave di volta per diminuire il numero degli incidenti. Guidare rispettando le regole vuol dire contribuire a tutelare noi stessi e gli altri.