Oggi i sorpassi in F1 vengono compiuti grazie all’utilizzo del DRS. Ma come funziona e da cosa è composto?
I puristi del motorsport e i romantici appassionati delle corse nude e crude lo odiano, al contrario i piloti attualmente in griglia nel Circus lo amano e lo ringraziano. Ci riferiamo al Drag Reduction System, per gli amici DRS.
Introdotto nel 2011 questo dispositivo consente di avvicinarsi alla macchina che precede e tentare il sorpasso. Chi viene attaccato, di solito, non ha grosse chance di sopravvivere, tuttavia, dopo essere stato mangiato, si troverà lui stesso in posizione favorevole per attivare il bottone magico e riprendere la posizione.
Ma DRS in F1, di cosa si tratta
Dal punto di vista tecnico premendo il comando disposto sull’avveniristico volante l’alettone posteriore si apre concedendo per effetto dell’aria una maggior velocità utile a mettere a segno la manovra.
I driver della vecchia scuola non lo hanno mai digerito, basti pensare ai commenti piccati di Jacques Villeneuve secondo cui quelli di oggi sono sorpassi fasulli, o a quelli di Juan Pablo Montoya il quale ha paragonato il device all’uso di photoshop su un quadro di Picasso.
Grazie alle monoposto ad effetto suolo in molti si erano augurati una sua rimozione, ma alla fine questa non è arrivata. Anzi da parte degli stessi protagonisti non se n’è manifestata nemmeno la volontà. Al contrario lo stesso portacolori della Ferrari Charles Leclerc, in tempi non sospetti, si è lasciato andare ad un’ode verso questo strumento, dichiarando che senza le corse sarebbero molto più noiose.
Sebbene effettivamente le wing car abbiano agevolato l’avvicinamento delle macchine, che non subiscono più così tanto i danni dell’aria sporca, per il monegasco non ci sarebbero ancora le condizioni per un taglio netto.
Dello stesso avviso pure il due volte iridato Max Verstappen, secondo cui a dispetto di qualche progresso non resta impossibile pensare a dei GP senza ala mobile. Come loro pure l’altro ferrarista Carlos Sainz il quale ha addirittura quantificato il benefit portato dall’attivazione quantificabile in tre/quattro decimi.
Quando un pilota può attivare il DRS?
Tornando all’aspetto da quando negli anni Settanta sono state introdotte le ali su intuizione dell’ingegner Mauro Forghieri, i tecnici e i progettisti della F1 hanno cercato in tutti i modi di implementare il loro utilizzo e renderlo più proficuo.
Come detto il sistema sfrutta un attuatore che controlla un flap presente nell’alettone, quando il corridore si trova nelle cosiddette “zone DRS”, a meno di un secondo di distacco dall’avversario, preme sul pulsante, permettendo al flap di aprirsi e diminuire la resistenza all’avanzamento.
A differenza di quanto avviene in corsa che, come anticipato il dispositivo può entrare in funzione solamente quando le auro sono molto vicini, in prova e in qualifica lo si può azionare al bisogno, anche se nelle aree disposte dalla Federazione.
Vi chiedere, come fanno i piloti a sapere quando possono premere il bottone. Ebbene, se la vettura che segue ha raggiunto una determinata distanza, un segnale viene inviato da un sistema di cronometraggio elettronico presente sul fondo e sul volante della monoposto interessata si accende la spia relativa. In ogni caso il muretto lo comunica con un team radio.