Norme sempre più stringenti da parte dell’Unione Europea per garantire una migliore vivibilità, ma è scontro con le categorie di settore
Le politiche europee per il miglioramento della qualità della vita dei propri cittadini rappresentano un obiettivo cruciale nell’Unione Europea, con una serie di iniziative e regolamentazioni che mirano a ridurre l’inquinamento atmosferico, promuovere energie più pulite e garantire un ambiente sano in cui vivere. Questi sforzi sono sostenuti da molteplici direttive e piani d’azione che riflettono la crescente preoccupazione per i cambiamenti climatici e l’inquinamento ambientale.
Tra le iniziative più importanti c’è il Green Deal europeo, un ambizioso piano che mira a rendere l’Europa il primo continente a emissioni zero entro il 2050. Questo implica una serie di misure per la riduzione delle emissioni di gas serra, il miglioramento dell’efficienza energetica e il supporto alla transizione verso fonti di energia rinnovabile. Tuttavia, questi cambiamenti hanno suscitato una serie di proteste da parte dell’industria, in particolare dell’industria automobilistica e delle aziende che operano in settori ad alta intensità energetica.
L’Unione Europea taglia le emissioni dei mezzi pesanti
Dopo i mezzi leggeri è la volta di quelli pesanti. L’Unione Europea ha approvato il testo che prevede una progressiva riduzione delle emissioni inquinanti di camion e autobus, anche se i produttori, come era scontato, fanno già sapere che l’obiettivo imposto dalla nuova legislazione è pioneristico nella teoria ma poco applicabile nella realtà attuale. Il testo è stato approvato con 48 voti favorevoli, 36 contrari e un’astensione e dovrà ora passare a Strasburgo per la sua definitiva approvazione, anche se non ci dovrebbero essere ostacoli alla ratifica.
Attualmente camion e autobus influiscono a livello europeo per ben il 25% delle emissioni totali di CO2 di tutto il trasporto su gomma e per il 6% delle emissioni totali di gas serra dell’Unione Europea. Un dato significativo dunque, che la Commissione non poteva non considerare, visto anche l’obiettivo della neutralità climatica da raggiungere entro il 2050. Effettivamente, però, gli obiettivi prefissati sembrano difficilmente conseguibili, anche se saranno ottenibili in maniera graduale come riportato dal testo di legge.
Infatti le emissioni dovranno essere tagliate del 45% a partire dal 2030, per poi diminuire fino al 70% nel 2035, per ridursi al 90% nel 2040 e infine per raggiungere il “carbon neutral” nel 2050. Ovviamente questi vincoli non saranno retroattivi, ma si applicheranno esclusivamente ai mezzi di prima immatricolazione. Come specificato nella normativa, ciò dovrà obbligatoriamente andare di pari passo con l’investimento nella rete infrastrutturale che garantirà la realizzazione pratica della transizione ecologica. Contrari i produttori che fanno notare come sia surreale la transizione senza incentivare attivamente la domanda della clientela, ancora scettica nei confronti delle nuove tecnologie elettriche applicate ai mezzi pesanti.