Vi sono modelli di Ferrari leggendari che meriterebbero di essere trattate con grande cura. Le immagini vi lasceranno senza fiato.
Il concetto che la Ferrari migliore sia sempre la prossima oggi, probabilmente, sarebbe messo in discussione anche da Enzo. Vi sono vetture che hanno un sapore speciale per l’assoluta capacità di rimanere moderne e sempre fedeli a loro stesse. La 250 GTO ha rappresentato, all’epoca, per la casa modenese il raggiungimento di un apice tecnico.
E’ stata tra le Rosse preferite dal Commendatore di Modena, riuscendo a strappare applausi sulle tribune anche dei principali eventi motorsportivi. Il nome della vettura nacque dalla cilindrata di ciascun cilindro dell’iconico motore V12 3000 cc. GTO, invece, stava per Gran Turismo Omologata e si tratta di una sigla che fu accuratamente selezionato dalla Ferrari solo decenni dopo con la presentazione della 288.
Enzo Ferrari, inizialmente, propose all’ingegnere Giotto Bizzarrini di rielaborare la 250 GT Berlinetta per la creazione di una vettura esclusiva e potentissima. Il progetto fu portato avanti da un giovane ingegnere Mauro Forghieri, insieme a Sergio Scaglietti. Per coloro che sono cresciuti a pane e Formula 1 il nome di Forghieri lascia ancora i brividi.
Questo strano trio ha portato alla creazione di una delle Ferrari più belle di sempre che si sposava, magicamente, con la moda della coda tronca che aveva iniziato a dilagare anche fuori dai confini nostrani. La carrozzeria in alluminio dava uno slancio notevole al veicolo, abbassando il peso complessivo.
L’imprevisto della Ferrari 250 GTO
Sul piano estetico l’auto è un autentico capolavoro, paragonabile solo alla Lamborghini Miura e a poche altre leggendarie supercar italiane. L’ampio parabrezza e l’abitacolo raccolto dimostravano tutto l’animo racing. Gli interni erano caratterizzati da due sedili avvolgenti in blu con una valigia sulla panchetta posteriore.
Questa vettura ha fatto la storia del Motorsport e si è fatta rivedere in tutto il suo splendore con una carrozzeria grigia in occasione del Festival di Goodwood. Nel noto evento nella campagna inglese una Ferrari 250 GTO sarebbe potuta finire carbonizzata. L’ex pilota di F1 Karun Chandhok ha compiuto un testacoda, uscendo dalla pista.
Dal sogno di poter guidare una iconica GTO al pericolo di arrostirla nel giro di pochi istanti, il pilota ha avvertito un blocco delle ruote posteriori e, a quel punto, le fiamme hanno divampato. Il pilota ha cercato di portare la vettura in sicurezza per evitare il peggio. Il problema ha determinato una improvvisa fiammata che è durata qualche istante.
Sebbene non sia stata ancora compresa la causa precisa del principio di incendio che avrebbe potuto ridurre in cenere la supercar modenese potrebbe trattarsi di un’anomalia interna che ha causato la formazione di un buco della coppa dell’olio. Si è generata una perdita che con le parti più calde del sistema ha portato all’incendio. Non è la prima volta che una Ferrari rischia di fare una brutta fine.
Le conseguenze sarebbero potute essere drammatiche, considerato anche il valore impressionante dell’auto. Una Ferrari 250 GTO vale una cifra superiore ai 60 milioni di euro ed è considerato un vero e proprio masterpiece dell’industria dell’automotive italiana. Per fortuna non vi sono state conseguenze per il pilota e per la preziosa supercar.