Scatta l’ennesima polemica con il governo a causa di una nuova tassa sulle auto diesel. Ecco cosa sta succedendo.
Con l’inizio del nuovo anno hanno ripreso forza le discussioni su un tema molto caldo, quello del carburante. Dopo il crollo degli importi in corrispondenza dei primissimi mesi della pandemia quando nessuno usciva di casa e l’offerta era nettamente superiore alla domanda, il rincaro è stato progressivo fino a superare i 2 euro al litro. Tra un cambio di Governo e l’altro sono state fatte tante promesse, tra cui quella del taglio delle accise per abbattere la cifra complessiva richiesta all’utente.
Parole al vento che finora non hanno prodotto frutti, come neppure ne aveva dati l’imposizione poi archiviata in quanto ritenuta inutile relativa all’esposizione del prezzo medio di gasolio e benzina nel tentativo di evitare speculazioni da parte dei gestori dei distributori. A 2025 appena cominciato è dunque tornato in cima alle cronache l’argomento, diesel soprattutto che, come ben sappiamo, è osteggiato per le sue emissioni inquinanti, ma ancora amato da automobilisti e Case produttrici.
Proprio quest’ultimo dettaglio è considerato un bel problema dall’Esecutivo che, sulla carta, dovrebbe allinearsi ai dettami della Commissione Europea circa la diffusione dei veicoli elettrici, ma che non riesce in quanto in Italia le vetture a batteria non hanno finora convinto e, ironia della sorte, proprio il gasolio continua ad essere preferito anche alla benzina almeno in certe pari dello Stivale.
Se dunque pare impossibile convincere i nostri connazionali a convertirsi alle zero emissioni, la strategia sarebbe quella di rendere equivalenti le tasse di questo di carburante alla benzina. In tal senso è atteso un decreto ad hoc per il prossimo 20 gennaio, eventualmente sostituito da un emendamento al decreto Milleproroghe. Va detto che l’ipotesi al vaglio non è nuovo, ma era stato già materia di chiacchiere quando il Governo aveva preso l’impegno con l’Europa di eliminare i sussidi per l’acquisto di automobili potenzialmente inquinanti.
L’idea di fondo sarebbe far salire le accise sul gasolio e far scendere leggermente quelle sulla benzina. Giusto per dare due numeri oggi sono rispettivamente a 0,6174 e 0,7284 euro al litro. Un provvedimento, questo, che, se dovesse trovare compimento porterebbe nelle casse governative 200 milioni di euro nel solo 2025. Su base triennale la cifra permetterebbe di raggiungere il budget per il rinnovo dei contratti nel settore del trasporto pubblico locale.