Tragica situazione per il colosso dei motori, con il debito miliardario che è una durissima mazzata da poter risanare.
Nel mondo dei motori si sta assistendo a un periodo di profondi cambiamenti, tanto è vero che non mancano di certo le aziende che devono cercare in tutti i modi di risanare i loro conti. Non è di certo semplice, considerando infatti come tante realtà siano piene di debiti e per questo motivo serve attenzione e oculatezza nelle decisioni.
Anche delle grandi realtà che giungono da quella Germania che sembrava essere in grado di dare vita a delle aziende solide come poche altre, si trova nelle condizioni di dover fare fronte alla crisi. La situazione poi si fa ancora più complicata nel momento in cui si guarda in casa KTM, nonostante, almeno in Italia, i dati sulle vendite per le due ruote in generale siano positive.
Ormai i debiti di casa KTM non sono un mistero, anzi si tratta di una condizioni purtroppo nota, tanto è vero che il giornale austriaco Der Standard, ha parlato di un possibile addio dalla MotoGP a partire dal 2026. Per ora nulla di ciò accadrà, ma intanto sono diventati noti i debiti dell’azienda e sono dei numeri impressionanti.
2 miliardi di debiti: che botta per KTM
Non è di certo sempre la ristrutturazione in casa KTM, con il marchio che al momento si trova in auto amministrazione. Inoltre si è dimesso dalla carica di CEO Stefan Pierer, uomo simbolo della crescita del marchio austriaco nel corso degli anni, con questi che ha deciso di lasciare spazio a Gottfried Neumeister, anche se Pierer sarà sempre il Co-CEO.
Dall’ultima assemblea dei crediti è emerso il dato finale dei debiti, con questi che si stanziano sui 2,18 miliardi di Euro. La situazione però non è delle più rosee, non solo per il debito elevatissimo, ma anche perché, stando a quanto riporta insella.it, le varie associazioni per le tutela dei creditori AKV, KSV 1870 e Creditreoform, evidenziano come a breve il debito possa anche aumentare.
Davvero difficile anche la situazione per i dipendenti, con questi che hanno accumulato crediti per 12,71 milioni di Euro. Non sono mancati i licenziamenti, visto come i dipendenti siano passati da 2477 del 29 novembre ai 1991 odierni. La produzione a Mattighofen sarà ferma fino al 17 marzo, sperando che le vendite possano rialzare le sorti di un marchio che sembrava essere quello in rampa di lancio più di tutti.