È arrivata la decisione definitiva della Commissione Europea sui dazi per le importazioni di auto cinesi nel Vecchio Continente: le nuove tariffe.
Dopo settimane di discussioni e polemiche, è arrivata la decisione definitiva in relazione ai dazi da imporre sulle importazioni delle auto elettriche prodotte in Cina. La decisione della Commissione Europea verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue nella giornata di mercoledì 30 ottobre. Il regolamento sarà, poi, già in vigore dal giorno successivo (giovedì 31 ottobre).
I trattati tra Pechino e Bruxelles, però, non sono del tutto sfumati, ma proseguiranno nel corso delle prossime settimane per capire se possa essere trovata un’intesa sulla questione che ha creato sicuramente delle frizioni. Sommando già i dazi in vigore, con il nuovo regolamento, le tariffe raggiungeranno il 45%.
Era tutto ormai nell’aria: la Commissione europea ha dato il via libera definitivo ai dazi sulle auto prodotte in Cina. La decisione verrà pubblicata sulla Gazzetta ufficiale mercoledì 30 ottobre e sarà in vigore dal giorno successivo.
La decisione sarebbe stata presa dalla Commissione con l’obiettivo di tutelare la produzione del settore nel Vecchio Continente accusando le case automobilistiche cinesi di concorrenza sleale sul mercato europeo poiché possono beneficiare di sussidi statali per la produzione vendendo poi i modelli a prezzi più competitivi. Già nelle scorse settimane, la questione sui dazi aveva provocato la reazione di Pechino che, secondo quanto riportato dal Bloomberg, aveva iniziato a far pressione sulle aziende chiedendo loro di sospendere le attività di ricerca di nuovi siti di produzione in Europa.
Nel dettaglio, come riportano i colleghi dell’Ansa, sono stati disposti dazi aggiuntivi per le importazioni pari al 17% per Byd; 18,8% per Geely; 35,3% per Saic; 7,8% per Tesla; 20,7% per le altre aziende del settore che hanno collaborato all’indagine dell’Unione Europea ed, infine, del 35,3% per tutte le altre società. Considerati i dazi già stabiliti in precedenza del 10%, le nuove tariffe raggiungeranno il 45%.
Sempre come riporta Ansa, Bruxelles, però, proseguirà le trattative con Pechino per cercare di trovare un compromesso nell’ambito dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), una scelta presa anche per provare a mediare con gli Stati membri, come la Germania, che aveva votato contro la decisione, e la Spagna che, invece, si era astenuta nel corso della votazione delle scorse settimane.
L’accordo antidumping, che l’Unione Europea può chiedere ai singoli costruttori cinesi, ha come obiettivo quello di far rispettare le regole del Wto che stabiliscono l’aumento dei prezzi per gli esportatori. Un accordo che, però, come spiega un portavoce dell’Ue, può consentire un retrofront sui dazi, in questo caso, poi la Commissione dovrebbe prendere una nuova decisione e rivedere il regolamento.