Attraverso il web si può giungere a leggere storie dagli epiloghi davvero inaspettati, l’ultima arriva da Bergamo e vede coinvolta come oggetto di disputa una Porsche Cayenne.
Le ingenti imposte a cui bisogna corrispondere, quando si possiede una vettura, spingono alcune persone a studiare i più sofisticati escamotage per sfuggirvi. Tuttavia farla franca è molto difficile, poiché prima o poi si viene colti in flagrante. Soprattutto quando l’auto in considerazione è una vettura dal grande valore economico e da prestazioni elevate, che sembra difficile possa appartenere a una signora vicina agli 80 anni.
È accaduto a Bergamo. La quattro ruote protagonista è una Porsche Cayenne, risultata intestata a una signora di 76 anni, tale Maria Horvat. La donna di Principe Horvat è stata condannata in rito abbreviato a un anno e 10 mesi, poiché si è scoperto la sua intestazione era fittizia, quindi si è macchiata di reato. L’adulta signora, infatti, è analfabeta e senza patente, oltre al fatto che per alcuni mesi aveva recepito il reddito di cittadinanza, nonostante avesse immobili di proprietà e annoverasse anche la Porsche di cui sopra fra i suoi averi.
Il Pm Emanuele Marchisio – stando a quanto riferisce ‘Il Giorno’ – ha provato a ricostruire la vicenda, arrivandone a capo. La Porsche Cayenne era in realtà del nipote, il quale l’aveva intestata all’anziana donna per evitare le misure di prevenzione patrimoniale. La donna è stata assolta dall’accusa di intestazione fittizia di una casa a Capriate San Gervasio dal valore 100mila euro, ma la vicenda ha assunto dimensioni inaspettate con 22 imputati coinvolti.
Dalla Porsche Cayenne alla condanna: l’incredibile vicenda che coinvolge un’anziana signora
La signora Maria Horvat e altri 4 imputati a vario titolo e a loro volta condannati hanno optato per il rito abbreviato, mentre gli altri sono attesi in dibattimento il prossimo 15 febbraio. L’accusa di truffa a carico degli Horvat è caduta con il ritiro della querela da parte degli acquirenti, che alla fine sono stati risarciti. Restano in piedi però altre ipotesi di reato, fra cui una di associazione a delinquere.
Rispetto al rito abbreviato sono già giunte alcune sentenze. Sandro Braidich, ad esempio, è stato condannato a 2 e 2 mesi anche per intestazione fittizia di auto. Franco Braidich, a cui faceva capo una Hummer, ha ricevuto 2 anni. Si tratta di un nucleo familiari che ha legami con quello degli Horvat. La condanna più dura è spettata ad Alessandro Evar, commercialista accusato di associazione a delinquere e concorso in truffa ai danni dello Stato. Per lui 2 anni e 6 mesi. In ultimo, Andrea Ronzi è stato condannato a 2 anni e 2 mesi per tuffa, intestazioni fittizie e ricettazione.