Da marchio di secondo piano a protagonista. Il rilancio di Dacia tocca anche competizioni e per la Dakar si affida ad un big.
Per diverso tempo la Dacia è stata considerata come una Renault di serie B, ma ultimamente sta vivendo una fase propulsiva da fare invidia. Il produttore romeno, legato al Gruppo della Losanga, era nato per essere il riferimento di chi desiderava una macchina senza fronzoli e grosse pretese e con un prezzo abbordabile per chiunque, ma da un annetto a questa parte la sua mission è cambiata. I costi si sono alzati e in generale i veicoli lanciati sono stati tutti più o meno curati nel dettaglio, con un buon investimento nelle tecnologie. Eppure, nonostante questo salto di qualità nessuno poteva immaginarsi che Dacia avrebbe addirittura annunciato il debutto nella corsa più dura e complessa al mondo.
Nel 2025 sarà infatti al via della Dakar nella categoria T1+. La gara che attualmente si svolge nel deserto dell’Arabia Saudita e sempre più orientata verso l’elettrico, potrà dunque godere di un innesto davvero particolare. E per far capire che il progetto è serio e non campato in aria, è stato perfino ingaggiato un pilota di primissimo piano. Fissato anche l’avvio dei primi test che saranno nel 2024.
Dacia debutta alla Dakar, chi sarà al volante
Siccome non ci si inventa esperti di rally raid la Casa di Mioveni si farà affiancare dalla Prodrive, la prestigiosa scudiera britannica che l’aiuterà nello sviluppo dei prototipi.
Come detto, anche le manifestazione su dune e sabbia si stanno adeguando alle esigenze ambientalistiche dell’automotive moderno, per cui la vettura sarà alimentata a carburante sintetico realizzato dalla Aramco.
“La Dakar è un laboratorio che ci consentirà di dimostrare la robustezza di Dacia e il nostro impegno verso una mobilità che sia a basse emissioni di carbonio. L’idea di partecipare ci entusiasma. Avremo un team e corridori di massimo livello, per cui puntiamo ad essere dei concorrenti temibili”, ha dichiarato il CEO Denis Le Vot.
L’evento sarà anche un’opportunità per testare e sperimentare soluzioni per la guida in condizione estreme. La prima fase di verifica sul campo è fissata per il prossimo anno in corrispondenza del Rally del Marocco.
Ma veniamo alla componente più attesa, quella della formazione. Cominciamo dalla componente femminile, ossia Cristina Gutierrez Herrero. Classe 1991, nativa di Burgos, la spagnola vanta un curriculum di tutto rispetto. Presente nella storica corsa a tappe dal 2017 al 2021, è stata la prima donna a vincere una tappa dal 2005 quando ad ottenere il risultato era stata Jutta Kleinschmidt.
Seconda nel campionato Extreme E del 2021, serie dedicata ai mezzi off-road, nel 2022 ha conquistato la coppa più prestigiosa assieme a Sébastien Loeb. E sarà proprio l’Extraterrestre di Haguenau il secondo norme di riferimento.
L’alsaziano, nove volte iridato WRC con la Citroen, gode di una vasta esperienza nel motorsport, sia su terra, sia su asfalto (nel WTCC nel 2014 e nel 2015 con il Double Chevron, più un’incursione nel DTM l’annata scorsa con la Ferrari). A dispetto dei suoi 49 anni non ha mai perso la velocità che lo caratterizza da sempre e questa nuova avventura è un’ulteriore dimostrazione di quanto abbia ancora fame.